Il profumo dei Valgesi di Malik Tariq Bashir

Nel viaggio di un viandante si rispecchia la nostra vita

Il profumo dei Valgesi edito da Bookabook, è un romanzo scritto da Malik Tariq Bashir, è la seconda pubblicazione dell’autore romano dopo “Il Leone Bianco” scritto nel 2009. Questo romanzo è un intreccio tra fantasy e romanzo storico e con ambientazioni gotiche e fiabesche.

Il libro racconta la storia di Virginia Maltesi, una giovane che, senza accorgersene, restando immobile, comincia un viaggio che la porta a scoprire un altro mondo, un’altra vita, un’altra realtà. Nel suo cammino, attraverso il quale si ritrova ad osservare ciò che accade attorno a lei, osserva la vita di alcune persone e ne percepisce sensazioni e sentimenti. Il luogo, quello nel quale si ritrova catapultata, ha le caratteristiche medievali, con tutte le difficoltà sociali e materiali del tempo. Forse proprio per questo si ritrova a seguire un viandante semplice, assetato, che, giunto dinanzi ad una parete rocciosa quasi del tutto insormontabile, quasi di dispera e chiede aiuto per ottenere un po’ d’acqua. E si rivolge a delle persone nascoste dietro ad una porta che appare impercettibile, così ben nascosta dalla parete della montagna.

Virginia comincerà a porsi domande sul viaggio dell’anziano uomo, sulle persone che si nascondono all’interno della montagna, ma in particolare è attratta dal viandante che, ormai vecchio e stanco, si sposta su di un percorso faticoso alla ricerca di qualcosa. Man mano che il racconto prosegue, l’ambientazione dello stesso diventa angoscioso e ciò si rispecchia sulla protagonista.

Sono tanti gli spunti che lascia il libro, ma i più interessanti si possono racchiudere nella figura del vecchio e stanco viandante. Egli, infatti, rappresenta noi uomini alla continua ricerca e scoperta della vita. Come lui spesso ci troviamo a dover decidere se continuare il cammino che abbiamo intrapreso o tornare indietro, oppure scegliere da quale parte andare, destra o sinistra che sia, ognuna delle quali ha una continuazione diversa della nostra vita.

Gli ostacoli che ci troviamo a superare, infatti, ci appaiono insormontabili, come mura invalicabili o senza accesso. Un po’ come accade quando, all’inizio del libro, il viandante, assetato (d’acqua o di sapere o di vita) si ritrova una parete che al primo impatto, appare insormontabile, senza via d’uscita. L’uomo spesso, anela alla sapienza e verità, proprio come chi è assetato dopo un lungo cammino. Il libro racconta di un viaggio impegnativo e pieno di ostacoli, esattamente come quello che facciamo noi attraversando la nostra vita.

Importanza hanno anche i vari incontri che si fanno durante il percorso, si sa, la cosa bella di un viaggio non è la meta, quanto il viaggio stesso. Qui questa massima viene seguita: ci saranno incontri facilmente gestibili ed altri che lasceranno lo stesso con un peso angosciante sulle spalle. Proprio come accade nelle nostre vite quotidiane, ricche di incontri non sempre positivi, ma capaci di farci apprendere quali possono essere le scelte da fare.

Nel romanzo le difficoltà prendono la forma di edifici e per questo si utilizzano termini specifici, ma si nota anche una ricerca di termini che sembrano ormai perso nel linguaggio comune, ma che sono ricercati e tendono a far riflettere i lettori che, incuriositi, ne possono assimilare concetto e uso. Ciò ci porta a riflettere sul mondo linguistico con particolare attenzione, come nei casi di vetusto sistema trilitico o voli pindarici. Ci aiuta in questo modo anche la facile lettura del testo che non è ostico, ma permette di seguire la trama grazie ad una scrittura fluida.

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Sissi Corrado

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