L’alta poesia di Louise Gluck

Averno, l’irrisolta tensione e la corona d’alloro
Averno è la decima raccolta poetica di Louise Gluck, una delle maggiori figure della letteratura americana dell’ultimo secolo, insignita del premio Nobel nel 2020. Il titolo rimanda al lago presso Napoli che, come recita l’esergo della silloge, “i Romani credevano che fosse l’ingresso dell’Oltretomba”. Il tema dell’Oltretomba è ricorrente assieme a quello del mito di Persefone, figlia di Zeus e Demetra, portata negli inferi da Ade e che, secondo il mito, torna talvolta sulla terra facendo iniziare la primavera.
Il materiale mitologico è trattato con sensibilità non erudita, e nemmeno come un gioco di riscrittura contemporanea di temi antichi, non con compiacimento, non con adattamento della sensibilità degli antichi a quella dei moderni. In Gluck i temi sono irrisolti e non in una maniera compiacente, nel senso che la situazione di Persefone, nonché quella dell’amore o della morte o dell’eternità ricorrono continuamente in maniera lapidaria e non indulgente. Gluck invita il lettore ad andare nell’Oltretomba, lo invita nel suo viaggio, ma non rende niente facile, non viene incontro al lettore come non viene incontro a sé stessa. La non risoluzione delle sue tensioni risulta formalizzata nei metri cristallini delle sue poesie.
Restando naturalmente impossibile qui una disamina critica, basti considerare l’accostamento che della Gluck è stato fatto ai poeti confessionali americani, quali Sylvia Plath, da altri smentito. Certamente la compressione lirica delle sue poesie è evidentissima, l’esplosione “vulcanica” dei sentimenti formalizzati in poesia, in una linea che trova il più diretto antenato in Emily Dickinson, non a caso una poetessa donna. Perché la poesia di Gluck è una poesia femminile nel senso più sensato del termine in letteratura. È poesia altissima che ha come tema ricorrente quello del donare la vita, toccando corde che in letteratura sono state toccate da poetesse come la Dickinson o la Plath, appunto.
Il tema persefoneo è irrisolto e cristallinamente resta sulla pagina in forma austera, cristallina e lirica, senza compromessi, senza invitare a pacificazioni alcune.
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