Le mezze stagioni ci sono….

È il periodo in cui non si parla di moda di massa

Finito Ottobre, passato Halloween, siamo ufficialmente, se vogliamo, in piena stagione, quella che piace a molti, di caldi maglioni, giubbotti, stivali, impermeabili, trench da mettere sopra i tailleur, calze lunghe per l’uomo (i fantasmini hanno fatto la loro ultima apparizione il 31 notte!!!!) collants coprenti per la donna.

E se il calendario ci ricorda che da più di un mese siamo in autunno e tra meno di due a Natale, io ho ancora la testa (e i miei outfits anche!) all’estate.

E in questi giorni, diciamolo, esistono tre categorie di persone: la prima, la più calorosa, veste concentrando l’attenzione alle temperature di mezzogiorno (circa 22/24°), la seconda ha un termometro parzialmente fermo ai gradi della mattina (10/11°) e la terza, la più oculata e previdente, (e che non crede invece all’espressione ‘non esistono più le mezze stagioni’), sa che le Ottobrate Romane sono ormai finite e veste con capi coprenti, ma non pesanti, indossa sempre una giacca o un leggero cardigan sopra una t-shirt e il jeans è capo di abbigliamento protagonista del suo look, le calzature sono sneackers o decolté e ha sempre un impermeabile in caso di pioggia.

Certo gli uomini sono più avvantaggiati in questa stagione: i loro outfit, sia per tutti i giorni sia per eventuali cerimonie, matrimoni, che copiosi si sceglie di fare in questa parte dell’anno, sono adatti al clima temperato: le loro giacche sopra le camicie, o i pantaloni fresco lana gli assicurano una corretta copertura che ci evita di vedere le camicie ‘pezzate’ sotto le ascelle.

A sentire i commenti della mia clientela, questa è la parte dell’anno più fastidiosa, perché non sai cosa metterti e poi ‘signora mia’ soffiandosi il naso dopo un corposo colpo di tosse, ‘sto tempo ci ammazza’.

Ed ogni anno è cosi: lamenti e zibaldone di look in ogni caso poco azzeccati per la stagione, che forse, invece, parlando di moda, lo possiamo ritenere il periodo più creativo e individualistico e anarchico, nel quale le case di moda e gli influencers non vengono ascoltati, seguiti, copiati.

È il periodo in cui non si può parlare di moda di massa, i ‘branchi’ sono momentaneamente sciolti e i soggetti sono costretti la mattina, di fronte all’armadio ad impegnarsi su cosa mettersi.

Ecco ritengo questo periodo per il mio occhio critico il più ricco e divertente, gli stili sono mischiati, i colori impastati. Stivali senza calze sotto minigonne di tulle, t-shirt in cotone bianco con la stampa de’ “il bacio” di Klimt, con sotto la gonna nera a tubo. Il jeans più pesantino a zampa che copre il sandalo zeppato (ormai fuori moda!), che però slancia la gamba. Ci sono poi ‘anarchici’ creativi all’eccesso che magari sopra la canotta stampata, trovano bizzarro indossare il giubbotto profilato di lapin.

Sono meno felici i commercianti di abbigliamento e di calzature che per incapacità di proporre soluzioni per queste intermedie stagioni, vendono poco.

Io vorrei l’estate tutto l’anno, ma intanto mi godo quotidianamente sfilate di moda fatte da gente comune, e vi assicuro che lo spettacolo merita di essere applaudito. 

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Arianna Alaimo

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