Matrimoni al sud

Io sono meridionale, sicula per l’esattezza, trapiantata nella capitale ormai da oltre un trentennio, e ho, negli anni, “eliminato” dal mio look il di più, tutto ciò che non ha proporzione, che è superfluo che stona con l’armonia del mio outfit. Non solo ho applicato questa sobrietà al mio vestire, ma sono diventata paladina di stile: faccio questo di lavoro, consiglio, trasformo il look adattandolo alla propria personalità, ma ancor più cerco di creare armonia, proporzioni e rendere tutto più piacevole alla vista. E questo continuerò a fare, perché è quello che mi chiedono i miei clienti. 
Ma con qualche eccezione. E vengo al punto. 
Ho trascorso il weekend scorso in un posto a dir poco meraviglioso, dove la Natura ha dato il meglio di se: il mare si incastra nelle innumerevoli baie e rientranze della costa, per kilometri e kilometri, lo spettacolo ti riserva sempre qualcosa di eccezionale, mai visto: la Costiera Amalfitana, più giù fino a Paestum e risalendo fino alla baia di Napoli, passando per Sorrento. Il fiato ti diventa corto, gli occhi ti luccicano e la bocca balbettando dice solo “che meraviglia“. 
Questo weekend, immagino, sia stato un concentrato di matrimoni da quelle parti: ne ho visti tanti, troppi. 
E  seduta in un angolo,  ho voluto osservare, studiare per poi criticare i look. Ah se non mi sono divertita: io dall’alto della mia cattedra a criticare negativamente i look, a fotografare dettagli stonanti, discordanti, privi di galateo stilistico. La mia disfunzione professionale ha iniziato a scatenarsi, a dire questo non va bene, il materiale fa schifo, il colore non è adatto alla cerimonia. 
E invece, mentre una parte severa di me bocciava stili e abbinamenti, un’altra parte iniziava ad apprezzare, a riflettere e a fare un passo indietro sul rispetto ferreo delle regole stilistiche. 
La signora bionda mesciata e tatuata all’interno del suo abito turchese con strascico e con bande laterali effetto nude look (vedi Marcuzzi Grande Fratello) che su tacchi vertiginosi e occhiali rayban si ‘ventagliava’ in attesa dell’uscita della sposa; la brunetta alta 1,80 da mozzare il fiato per il suo stupefacente sedere, vestita di lycra blu notte e una scollatura tempestata da diamanti “ecologici“;  l’anziana donna vestita di nero scuro in segno di lutto per una vedovanza improvvisa, ma che voleva a tutti i costi non mancare al matrimonio della nipote, nero fitto, non truccata, poco pettinata ma sorridente per l ‘evento…e poi gli uomini. 
I giovani tutti vestiti di color avion, strizzati in non sartoriali giacchette, e tutti con pantaloni alla “moda”, corti e stretti da mettere in evidenza polpacci da calciatori (non avevo il coraggio di dire loro che non vanno più di moda!), senza calzini e con mocassini tipo barca.
I più anziani in completi scuri con giacca sbottonata per incontenibilità della esagerata cravatta. Poi ancora invitate ‘modeste’ quelle che si,  vanno dal parrucchiere, ma indossano la prima cosa le capiti nell’armadio: gonna plissettata rossa al ginocchio e camicetta bianca in finta seta. 
E potrei continuare ancora considerando gli innumerevoli invitati alle nozze. 
Dalla mia cattedra per un attimo ho dimenticato il mio ruolo di “artigiana di stile”, ho dato “ascolto” solo ed esclusivamente alla mia vista e alle emozioni che mi giungevano, e allora tutto mi è apparso armonioso, sincero, colorato e vivace si, bello, meraviglioso: spiccava il senso della genuinità, gli invitati indossavano a testa alta, con naturalezza gli outfit di cui sopra, si sentivano a loro agio, emanavano personalità. 
Ecco l’eccezione: il look del matrimonio era impeccabile, espressione di vivaci e felici personalità. 
Scopri chi sei e non temere di esserlo.” Mahatma Gandhi 

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Arianna Alaimo

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