Ogni tanto ritornano: il cardigan

In un mio articolo di qualche settimana fa ho fatto accenno, parlando di moda di transizione tra l’estate e il periodo autunnale, ad un capo di abbigliamento storico, il cardigan, che nel ciclo dei corsi e ricorsi della moda appare e scompare, ritenuto spesso un accessorio ‘classico’ dove il termine classico rimanda ad antico.

Io lo considero e l’ho sempre considerato fondamentale nell’abbigliamento sia esso maschile o femminile, un must have, come si dice, che tutti dovrebbero avere nel proprio armadio.

Attribuisco a questo indumento tre fondamentali funzioni: copre all’occorrenza quando le temperature iniziano ad abbassarsi; completa l’immagine di un look spoglio e in ultimo nel suo significato più intrinseco è avvolgente tanto da coccolarci, proteggerci.

In questo periodo la moda segue il mio pensiero e lo ha riproposto in infinite versioni dando libera interpretazioni agli innumerevoli designers.

Ma quando è nato il cardigan e perché si è dovuto ricorrere ad un siffatto accessorio: maglione che si apre, come se fosse una giacca, bottoni o cerniera sul davanti?

Si dice che porti un nome nobile, quello del generale James Thomas Brudenellsettimo conte di Cardigan – colui che guidò la carica dei Seicento durante la guerra di Crimea, siamo nel 1854. Ma le ipotesi di nascita si moltiplicano, come spesso nelle storie intrise di leggenda. Sembra che Cardigan, nei momenti di relax, cercasse conforto in una giacca di lana, bordata in pelliccia.

Ma si dice anche che il nome cardigan venga da un’omonima isoletta a largo della costa gallese: l’isoletta di Cardigan, vivace centro di produzione di maglieria. 

Grandi scolli, più o meno bottoni, doppio petto oppure no, in tricot, in filati pettinati, oversize, mini… cardigan per tutti. Normalmente realizzati in lana o cotone, utilizzabili da ambo i sessi, nati nel guardaroba maschile, poi ‘rubati’ dalla moda femminile, con grande successo, soprattutto nel classico twinset: abbinata di girocollo più cardigan, o anche detto ‘giulietta e romeo’ che io adoro.

La leggenda dice che proprio il conte di Cardigan, in un autunno soggetto ad improvvisi sbalzi di temperatura in quel di Crimea, diede una sciabolata alla maglia d’ordinanza dell’Esercito Inglese. Un gesto d’insofferenza e d’intraprendenza che permise a questo capo di portare il suo nome, e perfezionandolo, avere un capo da mettere e smettere più agevolmente dello sfilarsi un maglione.

Negli anni Venti, Jean Patou vestì la tennista Suzanne Lenglen con una divisa composta da una gonna a pieghe di seta bianca, un cardigan dello stesso colore e un’estrosa fascia turbante tra i capelli. Nasce la moda sportiva.

Ma chi dedicò maggiore attenzione cogliendo ‘l’anima’ del cardigan fu  Coco Chanel: decretò il successo di questo capo di maglia che conquisterà dame e ragazze. Nel 1925 realizzò dei modelli in coordinato con il resto dell’abbigliamento, attingendo a tessuti del guardaroba maschile. Di rigore le tasche, in questo modo attuando un’ulteriore liberazione: perché usare le borsette se si possono usare le tasche?

Lei lo proponeva lungo, con abbondante scollatura, da indossare su una gonna, lo bordava, lo impreziosiva senza sottrarre la sua funzionalità.

Nel 1934 il cardigan femminile diventa twin set, ‘giulietta e romeo’, gemelli  di maglia  che vede il cardigan non infilato dalle maniche ma poggiato sulle spalle. Famosissimo il “twin set Grace Kelly”, ma tutte le dive del cinema fino al 1950/60, ne hanno fatto un uso esagerato.
Poi negli anni ‘70, il cardigan diventa colorato e in fantasia, con collo che va e viene, così come le tasche, leggermente sciancrato o smanicato, meglio se accompagnato da una cintura e perché no, con cappuccio integrato. 

Ancora oggi il cardigan continua a muoversi tra eleganza e casual. Gli stilisti aggiornano i loro cardigan grazie alle nuove tecnologie tessili ma molti lo ripropongono nella versione maschile da fare indossare alla donna.

Insomma, io che amo la moda, ma chi mi segue sa che non sposo pienamente le tendenze se queste stonano o non rispondono alle strutture fisiche di chi le deve indossare, quest’anno questo autunno/inverno, sponsorizzo il cardigan, proposto da tutti gli stilisti e in tutte le forme possibili e immaginabili. Si porta su tutto: jeans, tubini, abiti da cerimonia, a mo’ di mini abito, al posto del cappotto, sopra una giacca, ma deve essere obbligatoriamente riconoscibile, quindi intrecciato, tricot pesante, scollo allungato e perché no, per le donne che mantenga la scollatura maschile. Insomma un bel prodotto che risolverà vari outfit e forse finalmente una personalizzazione dei look, come difficilmente vedo in giro.

Un cardigan scalda più di un  abbraccio dato da un uomo che ha il suo pensiero altrove’. Arianna Alaimo

Gli articoli pubblicati sul Blog sono scritti dai Soci dell’Associazione in maniera volontaria e non retribuita. RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright CulturSocialArt

Arianna Alaimo

Leggi anche