Il racconto de “Il piccolo Guitto”

Al Roma Fringe FestivalIl piccolo Guitto” di e con Massimiliano Aceti, racconta di un bambino timido e silenzioso di sette anni, che attraverso il suo dono, quello di saper imitare le voci degli adulti, riesce a relegarsi un posto nel mondo dei suoi compagni. Così nasce il suo ruolo di “Guitto”, che fa ridere i compagni cambiando la sua vita all’interno del gruppo, ma soprattutto allontanando il suo essere introverso. Il suo primo successo avviene con una recita, un po’ modificata, del dramma shakespeariano di “Romeo e Giulietta”. Ed ecco che si spazia nella vita di un settenne, alle prese con la maestra che vuole ascoltare per intero la sua versione della storia, degli amici, della bimba di cui Massimiliano si è innamorato.

Il racconto continua a presentare un bambino che lentamente, grazie alla sua capacità di imitare la voce, prende coscienza delle sue potenzialità fino ad arrivare a fare uno scherzo innocente alla nonna, che si trasforma quasi in tragedia. È la rappresentazione dell’interiorità dell’attore, dei sogni e delle speranze.

Nel racconto c’è tutta la fanciullezza, la genuinità di un bambino che è diventato grande, ma che conserva il suo essere innocente, mentre continua ad imitare e a dedicarsi a un “lavoro” che lo vuole limpido proprio come il bambino che porta in scena.

Massimiliano Aceti è convincente, divertente e intonato nelle sue incursioni musicali che arricchiscono un racconto ben strutturato, mai noioso, nonostante sia un monologo. Il suo è un lavoro bello e interessante che evidenzia anche le capacità attoriali del protagonista, attraente nella veste di Massimiliano.

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Sissi Corrado

Responsabile del Blog Interessi tanti: lettura, scrittura, teatro, cinema, musica, arte, collezionismo, sociale, ecc.

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