Rapiniamo il Duce di Renato De Maria

Immagine da web

Su Netflix una storia “quasi vera”

Storia o leggenda metropolitana? Sta di fatto che Rapiniamo il Duce di Renato De Maria, parte da un fatto reale: l’oro che aveva Mussolini e che non è stato mai ritrovato. Secondo gli americani, infatti, valeva ben 610 miliardi di lire dell’epoca, un’enormità, in particolare in un’Italia distrutta dalla guerra. Sempre secondo gli americani il tesoro passò da Milano tra il 15 e il 25 aprile, ma, nonostante le continue ricerche, non fu mai ritrovato. Chissà, farà parte degli eterni misteri della fede che lasciano il tempo che trovano.

Passiamo però al film, peraltro presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, e accolto con entusiasmo: sì, però. Cominciamo con la storia che vede protagonista un ladro detto Isola (Pietro Castellitto) che vuole assolutamente impossessarsi dell’oro del Duce. Yvonne (Matilda De Angelis) è la sua ragazza, ma è anche l’amante del gerarca fascista Borsalino (Filippo Timi) che trascura la moglie Nora (Isabella Ferrari) per lei, giovane cantante del Cabiria. Ma c’è la guerra, siamo a Milano nell’aprile del 1945 e i partigiani e gli alleati sono alle porte, mentre i fascisti si preparano a fuggire. Isola, però, vuole assolutamente il tesoro del Duce e decide di mettere su una banda pronta a seguirlo, perché lui sa fare bene il suo lavoro.

Questa è la trama che si snoda tra le vie della città di Milano, che poi Milano non è, visto che le scene sono state girate tra Roma, Torino, Udine ed altri luoghi e questo fa perdere un po’ il contatto con la storia. Immaginate un film che parli di Milano, noi vorremmo vedere i luoghi caratteristici della città, immaginando anche quello che il film non fa vedere. Anche le musiche ci fanno fare un viaggio in avanti nel tempo, portandoci negli anni 60 e 70, ma solo perché sembrano le più adeguate al contesto e alla storia. Per esempio Milano brucia sotto i bombardamenti e si sente Se bruciasse la città.

Immagine da web

Poi c’è la storia, una sceneggiatura che non ha nulla di innovativo, di divertente, di accattivante, anche se ha spunti che potevano essere sviluppati in atri modi, in modo da raccontare con più enfasi una storia che dovrebbe essere vera, ma non se ne ha la certezza. Non si percepisce l’azione, in fondo stiamo parlando di una rapina in periodo di guerra, tra sparatorie, arresti, fughe, ma nemmeno la drammaticità di alcune scene. Sono venute a mancare anche le recitazioni degli attori, eppure il cast è un buon cast. Non è presente una sceneggiatura che ci inviti a scoprire cosa deve accadere, gli attori ce lo raccontano sempre e noi spettatori lo sappiamo prima che l’evento accada. Non ci sono caratteristiche che fuoriescono dalla recitazione degli attori: non si percepisce la cattiveria della Ferrari, la disperazione della De Angelis, la determinazione e l’ingegno di Castellitto.

Una parte interessante, è quella in cui il regista presenta la banda di Isola e gli altri personaggi, attraverso dei fumetti, che ne caratterizzano la personalità, peccato che l’abbia fatto solo in quel caso, facendoci pensare che, avuto un pensiero, anche interessante, l’ha lanciato nel film e poi l’ha riposto nel dimenticatoio. Fumettizzare il film sarebbe potuta essere un’ottima idea, ma sicuramente andava approfondita. Peccato per la realizzazione del prodotto che poteva essere di gran lunga migliore.

Resta comunque, un film da vedere in una serata in cui non si ha voglia di seguire una trama particolare, non si vuole scoprire un colpevole, ma solo restare tranquillamente seduti sul divano.

Titolo: Rapiniamo il Duce

Paese: Italia

Anno: 2022

Genere: commedia, drammatico, storico, azione, poliziesco

Durata: 90 min

Regista: Renato De Maria

Attori: Pietro Castellitto, Matilda De Angelis, Maccio Capatonda, Isabella Ferrari, Filippo Timi, Tommaso Ragno, Alberto Astorri, Luigi Fedele, Coco Rebecca Edogamhe, Maurizio Lombardi, Lorenzo De Moor, Luca Lo Destro, Giorgio Antonini.

Sceneggiatura: Renato De Maria, Federico Genesini, Valentina Strada

Fotografia: Gian Filippo Corticelli

Montaggio: Clelio Benevento

Musiche: David Holmes

Costumi: Andrea Cavalletto

Gli articoli pubblicati sul Blog sono scritti dai Soci dell’Associazione in maniera volontaria e non retribuita. RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright CulturSocialArt

Sissi Corrado

Responsabile del Blog Interessi tanti: lettura, scrittura, teatro, cinema, musica, arte, collezionismo, sociale, ecc.

Leggi anche