Trasparenze il trittico di Claudio Riefoli
Un trittico per tre opere di artisti diversi
A Trittico d’Artista selezione personale di opere in mostra II edizione hanno esposto, ad aprile, tre artisti della Scuola d’Arte di Emiliano Alfonsi: Paola De Marco, Massimiliano Necci, Claudio Riefoli con Trasparenze. Il format ideato e curato da Andrea Alessio Cavarretta, che unisce tre realtà legate al mondo della cultura Kirolandia e CulturSocialArt e uno dei luoghi fisici più in voga di Roma, il cocktail bar bistrot Officine Beat di San Lorenzo, continua a presentare nuovi artisti al pubblico e lo fa anche grazie a Stefania Visconti, attrice e modella, che presenta la serata accompagnata da Andrea Alessio Cavarretta.
Uno degli artisti che ha esposto nel Trittico d’Artista dal titolo Trasparenze, del 13 maggio è Claudio Riefoli.
Benvenuto. Perché il vostro Trittico è stato chiamato Trasparenze.
Il nome del Trittico è stato scelto dal nostro maestro, Emiliano Alfonsi, prendendo spunto dalla tecnica a velature trasparenti che accomuna i nostri tre dipinti: mio, di Paola e di Massimo, anche se ognuno di noi ha un proprio linguaggio stilistico autonomo.
Cosa hai provato esponendo alle Officine Beat di San Lorenzo a Roma?
Tanta emozione. È bello prendere parte ad un percorso che mette in dialogo diversi artisti.
Com’è andata la serata?
Bellissima! Il format di “Trittico d’artista” mi piace tantissimo perché coglie nell’arte l’aspetto della leggerezza.
La tua opera è un quadro dalle tinte delicate. Qual è il titolo che le hai dato, cosa rappresenta e com’è nata?
Il titolo dell’opera che è stata presentata è Ascesa. Come tutti i miei dipinti, nasce da un percorso introspettivo. Nella vita di ogni individuo ci sono momenti di passaggio, di crisi, che spesso rappresentano un’opportunità di crescita. La metafora dell’ascesa è la rappresentazione di questa evoluzione, la quale porta con sé anche un’elevazione e una realizzazione spirituale.
Nel dipinto sono rappresentate due dimensioni: quella orizzontale, ovvero del corpo, il labirinto, e quella verticale, la figura femminile, propria dello spirito. Il labirinto è simbolicamente legato al caos e all’errare, inteso nel duplice significato di vagare senza meta e di commettere errore.
La figura femminile, protesa verso l’alto e avvolta da una spirale (simbolo di rinascita, espansione e sviluppo), evoca, nel suo sorgere dal centro del labirinto, il processo di trasformazione e purificazione. Tale processo richiama, in alchimia, le tre fasi della Grande Opera: la nigredo, l’albedo e la rubedo.
Generalmente cosa ti piace dipingere e perché?
Mi piace indagare l’essere umano nei suoi passaggi psicologici e spirituali.
Da cosa prendi ispirazione?
Da me stesso, dal mio trascorso percorso di analisi, dai miei sogni.
Quando hai cominciato a dipingere e qual è stato il tuo primo vero dipinto?
Ho cominciato a dipingere da ragazzino, a tredici anni. In quel periodo i miei soggetti preferiti erano i paesaggi. Ho continuato ininterrottamente fino all’età di 26 anni. C’è stata un’interruzione di venti anni, conseguenza di varie situazioni in essere, per poi riprendere a 46 anni, a seguito del mio percorso psicoterapeutico. Considero il mio primo vero dipinto dopo la mia rinascita.
Chi sono i tuoi modelli e perché?
Il mio modello è la bellezza in tutte le sue espressioni. Guardo con ammirazione a tutta la storia dell’arte che studio con passione. Sicuramente i modelli a me più vicini sono i pittori dei primi del novecento, periodo in cui nasceva, con Freud, la psicanalisi. Sono affascinato dai simboli e dai loro significati.
Fai parte della Scuola D’Arte di Emiliano Alfonsi, che cosa ti ha dato la scuola e cosa ti aspetti ti dia ancora?
La scuola di Emiliano Alfonsi è una bellissima esperienza. A me ha dato tanto, innanzitutto la possibilità di apprendere moltissimo (quando sono approdato alla scuola di fatto ero un’autodidatta) e di arricchire il mio percorso sia da un punto di vista tecnico che creativo.
Cosa pensi di questo percorso formativo?
Emiliano è un maestro straordinario, sa educare nel vero significato etimologico della parola, ovvero tirare fuori il meglio di ognuno. C’è, inoltre, un altro aspetto importante: frequentare un percorso formativo insieme ad altre persone dà la possibilità di confrontarsi e condividere le esperienze, di uscire da ogne lezione con qualcosa in più.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Fare una mostra personale.
Grazie e in bocca al lupo!
Grazie a te per il tempo che mi hai dedicato.