Vanessa Gravina e Giulio Corso in Testimone d’accusa
Il Teatro Manzoni di Milano apre la stagione teatrale con l’opera di Agatha Christie
Chi ama Agatha Christie sicuramente conosce bene il dramma giudiziario del Testimone d’accusa. Diventato famoso per la celebre rivisitazione cinematografica di Billy Wilder con Marlene Dietrich e Tyrone Power di fine anni Cinquanta, Testimone d’accusa rimane ancora oggi un evergreen per gli appassionati di gialli.
Il Teatro Manzoni di Milano ha aperto la sua stagione teatrale con questa meravigliosa pièce teatrale nell’adattamento di Geppy Gleijeses che riprende la versione teatrale originale – fatta di misteri, mezze verità e continui colpi di scena – strizzando l’occhiolino alla rivisitazione cinematografica di Wilder.
Undici attori in scena per interpretare 13 personaggi, con loro anche sei persone scelte tra il pubblico dal cancelliere per interpretare i giurati.
La splendida Vanessa Gravina riveste magistralmente i panni di Roamine Heilger, l’ambigua moglie tedesca, ruolo che nel film fu della Dietrich, l’affascinante Giulio Corso è invece Leonard Vole il giovane e bel marito accusato dell’omicidio di una ricca zitella, personaggio che fu di Tyrone Power ed infine Paolo Triestino è il magistrale interprete dell’avvocato difensore Sir Wilfrid Robarts.
Particolarmente apprezzata dal pubblico l’interpretazione di Paola Sambo della governante Janet MacKenzie, minuta quanto energica vecchina che dà filo da torcere all’avvocato Robarts.
La scena si svolge quasi unicamente nell’aula di tribunale dove il giovane Vole viene processato per l’omicidio di una ricca donna, più grande di lui, con cui sostiene di aver avuto solo una relazione di amicizia. I sospetti ricadono sul giovane quando si scopre che la ricca donna aveva modificato il testamento lasciando tutti i suoi averi al ragazzo. Al banco dei testimoni l’ispettore, la governante ed infine la moglie Roamine Heilger. Il racconto parte quasi sommessamente, cercando di districarsi tra fatti e sentito-dire, per evolvere poi in un avvincente e continuo crescendo fino ai colpi di scena finali che paleseranno al pubblico l’inaspettata verità.
Bellissima anche la scelta scenografica di creare un’aula di tribunale dal colore prevalentemente grigio, tono che rimanda all’ambiguità, all’ombra del mistero che accompagna il racconto fino alla fine.
Produzione: Gitiesse Artisti Riuniti, Teatro Stabile del Veneto. Traduzione Edoardo Erba. Cast: Paolo Triestino, Michele De Maria, Antonio Tallura, Sergio Mancinelli, Bruno Crucitti, Paola Sambo, Francesco Laruffa, Erika Puddu, Lorenzo Vanità. Aiuto regia Norma Martelli, scene Roberto Crea, costumi Chiara Donato, artigiano della luce Luigi Ascione, regia Geppy Gleijeses. Lo spettacolo è dedicato alla memoria del M° Giorgio Ferrara
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