Zhanna Stankovych l’obiettivo che cattura la Garbatella
Una mostra fotografica che racconta la Garbatella al Museo delle Mura
Dal 16 dicembre al 18 febbraio, presso il Museo delle Mura di Roma, sarà possibile visitare la mostra Garbatella – Il cuore di un quartiere in 100 battiti di luce, un itinerario attraverso il centenario del quartiere romano della Garbatella.
In mostra le fotografie di Zhanna Stankovych che ha curato la mostra insieme ad Enrico Graziani. Esposte quarantadue fotografie e tre collage fotografici che raccontano il quartiere nella sua costituzione architettonica, ma anche attraverso gli sguardi delle persone che vivono lo stesso. Un quartiere, infatti, è fatto di case, palazzi, negozi, botteghe, cinema, teatro, ma in particolare delle anime vive che lo percorrono ogni giorno, animandolo e rendendolo quello che si vede ogni giorno.
Ne ho parlato insieme alla fotografa e curatrice Zhanna Stankovych.
Salve, lei è la curatrice della mostra che parla e fa vedere il quartiere romano della Garbatella. Cosa ama di questa parte di Roma?
Salve, sì, sono la fotografa e insieme ad Enrico Graziani abbiamo curato la mostra Garbatella – Il cuore di un quartiere in 100 battiti di luce. Dovessi dire una cosa che amo della Garbatella, è il suo caloroso silenzio, così direi. Basta attraversare l’arco di piazza Brin per trovarsi in un mondo incantato.
La Garbatella ha festeggiato i suoi 100 anni, come si è evoluta nel tempo?
Ciò che mi colpisce e che osservo con piacere è che, nonostante i cambiamenti epocali, architettonici e generazionali, il cuore, lo spirito della Garbatella resta uguale.
Oggi lo stesso quartiere, un tempo prettamente operaio, sta vivendo una vita molto più intellettuale, ci sono teatri, c’è l’Università, ci sono tanti artisti, come vive lo stesso quartiere, in questo momento?
Credo che gli artisti vengano attratti dalla Garbatella perché è un’inesauribile fonte d’ispirazione. Trovarsi dentro i suoi lotti con i cancelli sempre aperti, dove il vento smuove i panni accompagnato dal canto degli uccelli, ti fa tornare indietro nel tempo, ti fa ricordare te stesso, quando eri meno indaffarato, meno impegnato a rincorrere le superflue mete quotidiane. E quella sorte di autenticità, la gentilezza che si respira dentro la Garbatella, è contagiosa per i molti giovani che mi vedo passare davanti. Per me è un continuo argomento di approfondimento e stupore.
Abbiamo detto che al Museo delle Mura dal 16 dicembre al 18 febbraio 2024, verranno esposte una quarantina di sue foto, che raccontano la storia della Garbatella. Lei cosa ha cercato di immortalare nei suoi scatti?
Le fotografie esposte sono divise tematicamente. Una parte racconta di persone che ho conosciuto. Ciò che li lega, è che sono riusciti a investire la propria energia nel cambiare in meglio il volto del quartiere, rendendo migliore le vite delle altre persone. Poi ci sono gli attimi fuggenti che sono riuscita ad immortalare, l’interno dei negozietti pieni di memorie, e sulle strade della Garbatella.
Quali foto, secondo lei, sono riuscite maggiormente, a catturare l’essenza del quartiere?
Credo che non si possa raccontare un quartiere senza raccontare le vite dei suoi abitanti. In fondo, tutti i cambiamenti, o quasi tutti, avvengono per volontà delle persone. Qualcuno decide fare cambiamenti nella giusta direzione. Le loro azioni migliorano la vita degli altri e salvaguardano lo spirito, l’essenza, tramandandola a chi verrà dopo. Queste sono le persone che mi incuriosiscono, e sono loro che racconto fotograficamente nel mio lavoro. Ma la mia visione del quartiere non si limita certamente ai protagonisti umani. Ogni oggetto vive la propria vita, ogni pietra. Chissà come erano nel secolo scorso? Lo sapranno le statue curiose che osservano i passi altrui. Una fotografia che amo particolarmente è stata scattata nella notte di febbraio dell’ultima nevicata, sorprendendo un gatto romano che probabilmente non aveva mai visto la neve.
Architettura dello stesso e persone, cosa accomuna tutto questo nel quartiere? E nei suoi scatti?
Sono magneticamente attratta dai tetti di Roma. Forse perché nel mio Paese sono diversi. Un giorno sono salita su un terrazzo condominiale: lì un tempo si trovavano i lavatoi comuni degli alberghi, quelli nei quali all’inizio del secolo scorso sono state trasferite le famiglie sfrattate a causa dei cambiamenti urbanistici nel centro storico. Ho trovato panni stesi ad assecondare il vento. Osservando le figure che creava questa simbiosi, mi sono dimenticata del tempo, o meglio, ho iniziato a percepirlo diversamente.
Quanto la Garbatella è essenza di Roma e quanto Roma si rispecchia in questo quartiere?
Esponendo questo progetto proprio al Museo delle Mura, mi sono data un compito: porre l’accento sulla vera romanità, della quale è impregnata la Garbatella. Il Museo è visitato da moltissimi turisti che arrivano da tutto il mondo, che potrebbero non conoscere cosa questo vuol dire. Quando condividevo le mie fotografie, ho scoperto che i miei amici dall’Ungheria, Giappone, Germania e certamente dall’Ucraina non conoscevano questa Roma, avendo in molti casi visioni stereotipate della sfarzosa città eterna. E nello stesso tempo ho percepito molto interesse per questo tipo di realtà. Mi sento un sottile filo conduttore che unisce due Paesi e più epoche che ho vissuto personalmente: da 25 anni vivo una realtà romana, vista e sentita con il cuore e con gli occhi di una straniera, cresciuta in un altro sistema, ma pur sempre vissuta a Roma per metà della vita. Scattata questa ricorrenza, penso di essermi guadagnata il diritto di poter raccontare la mia Roma.
Secondo lei, qual era lo stato d’animo che ha animato la nascita del quartiere e qual è quello che lo anima oggi?
Avendo conosciuto persone anziane che hanno condiviso con me le loro memorie, quello che ho appreso è che il fatto di essere strappati dal terreno e di andare a vivere in un altro posto, in mezzo a sconosciuti, sarebbe potuto sicuramente essere un momento di agitazione, preoccupazione, disagio. I bambini di quell’epoca, come tutti i bambini, hanno percepito tutto questo diversamente dagli adulti. Ma c’è un lato positivo: dover ripartire da zero, reinventarsi, vuol dire vivere un’altra vita, una vita in più. Il miglior modo per ingannare il tempo nel proprio viaggio in questa esistenza. Ne so qualcosa anch’io.
Alla luce dei cambiamenti architettonici e sociali della Garbatella, cosa pensa che accadrà alla stessa, in futuro? Cosa si immagina?
Credo che in un futuro prossimo la Garbatella diventerà un polo esclusivo della romanità a due passi dal centro storico, anzi, farà orgogliosamente e meritatamente parte del centro storico, indicata come un punto di riferimento ai desiderosi di scoprire ed assaporare Roma vera e sentirsi, anche se per un breve momento, appartenenti al lato umano della Città Eterna.
INFORMAZIONI MOSTRA
Titolo: “Garbatella – Il cuore di un quartiere in 100 battiti di luce”
Sede: Roma, Museo delle Mura, Via di Porta San Sebastiano, 18
Periodo: 16 dicembre 2023 – 18 febbraio 2024
A cura di: Zhanna Stankovych e Enrico Graziani
Orario: dal martedì alla domenica ore 9.00-14.00 (chiuso il lunedì);
Ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura.
Non è consentito l’accesso al museo a più di 20 visitatori contemporaneamente e, attualmente, non è fruibile la terrazza della torre.
Giorni di chiusura: 1° gennaio, 1° maggio.
Il camminamento del Museo delle Mura segue gli orari e le modalità di accesso del Museo
Ingresso libero
Per informazioni: Tel. 060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00;
https://www.museodellemuraroma.it www.museiincomune.it; www.zetema.it
Sito Artista: https://www.zhannastankovych.eu/
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