28320 il ragazzo che urlava in silenzio è l’esordio di Filippo Guidi

Il giovane scrittore Filippo Guidi, appassionato di storia, racconta della Shoah

28320 il ragazzo che urlava in silenzio” edito da Masciulli Edizioni, è stato pubblicato il 27 gennaio 2021, nella ricorrenza della Giornata della Memoria e racconta la storia di un quindicenne, Saul, che nel 1933, insieme alla sua famiglia, viene deportato nel Campo di Concentramento della loro città Dachau. Una storia che riusciamo a fatica a comprendere anche noi e che ci arriva da un giovanissimo scrittore: Filippo Guidi.

Giovanissimo perché ha preso la maturità da poco e, da subito, è stato proiettato nel mondo del lavoro, anche se è riuscito a mantenere attiva la sua voglia di scrivere e raccontare, in questo caso, di una delle peggiori pagine della storia del Novecento e che vede protagonista la civile e industrializzata Europa.

Autore e opera hanno colpito il nostro interesse e abbiamo deciso di occuparci del libro e indagare sull’uomo che ha dedicato non poco tempo alla realizzazione di un racconto che risollevasse l’interesse verso i campi di concentramento e verso le persecuzioni naziste.

Benvenuto Filippo! Sei tra gli scrittori più giovani del panorama italiano, ma hai all’attivo un libro che parla della seconda guerra mondiale e indaga sulle vicende dei campi di concentramento. Come mai questa scelta?

Salve a tutti. Grazie mille per il vostro interesse per il libro. Io sono sempre stato un grande appassionato della storia in generale, ma la Seconda Guerra Mondiale è il momento storico che mi affascina di più. In particolare sono rimasto molto colpito dal tema della Shoah. Ho sempre cercato di capire cosa avesse spinto i tedeschi a macchiarsi del più grande crimine dell’umanità, ma ancora oggi non riesco a darmi una risposta.

È la tua prima pubblicazione, qual è stata la tua preoccupazione maggiore?

La mia preoccupazione maggiore è stata la paura del rifiuto da parte della casa editrice, paura che è scomparsa in poco tempo dopo il sì della Masciulli Edizioni che ringrazio ancora per aver creduto nel mio progetto.

Hai fatto molte ricerche sul tema della deportazione e dei campi di concentramento. Cosa ti ha emozionato di più e cosa ti ha meravigliato di quegli anni e delle persone che hanno vissuto allora?

Il periodo delle ricerche su questi temi è stato segnato da un insieme di emozioni che si susseguivano mano mano che andavo avanti. Le emozioni più grandi sono arrivate durante la visita al Campo di Concentramento di Dachau. La cosa che mi ha meravigliato di più è la brutalità con la quale operavano i “medici” dei Campi di Concentramento. I loro folli esperimenti sulla sopravvivenza erano totalmente fuori dal normale.

Cosa non ti saresti mai immaginato di trovare durante le tue ricerche?

Non mi sarei mai immaginato di trovare certe atrocità commesse dai nazisti. Io davvero non riesco a capire come abbiano fatto a compiere certe azioni…

Com’è Saul, il protagonista?

Saul è giovane ragazzo di quindici anni. È molto curioso di scoprire tutto ciò che lo circonda ed è sempre pronto ad affrontare nuove avventure. La sua vita sarà totalmente stravolta dopo l’entrata al Campo di Concentramento della sua città. I suoi modi di fare all’interno di “questo nuovo mondo” ci guideranno all’interno della storia.

E com’è Filippo il suo narratore?

Filippo è un giovane ventenne che si rispecchia in Saul. In comune i due hanno la grande curiosità e la prontezza di saper affrontare nuove avventure. Io ho messo qualcosa di me in Saul e ho messo molto di me all’interno del libro tramite il mio modo di scrivere.

Il tema della supremazia di una razza, di un popolo sugli altri, è tornato tristemente alla ribalta in questi anni, sempre più prepotentemente. Cosa vorresti che i giovani scoprissero sulla realtà della storia della seconda guerra mondiale?

Vorrei che i giovani si interessassero di più alla storia della Seconda Guerra Mondiale e in particolare al tema dell’Olocausto. Dopotutto è il periodo storico più vicino a noi e allo stesso tempo è il più triste della storia dell’umanità. Poi qui vorrei citare Albert EinsteinIo appartengo all’unica razza che conosco, quella umana”.

Cosa si può fare perché tutto quello che è accaduto, non ritorni?

Secondo me bisogna studiare e informarsi il più possibile. L’istruzione è l’arma più potente del mondo e solo grazie a lei possiamo far sì che gli errori del passato non avvengano di nuovo!

Scrivere un libro oggi è difficile, ci sono sempre meno lettori, i tuoi coetanei, i tuoi amici, come vivono il tuo desiderio di raccontare attraverso la narrativa?

I miei amici sono rimasti felicemente colpiti da questa mia scelta di scrivere un libro che tratta un tema così delicato e importante allo stesso momento. La mia ragazza, Arianna, è la mia prima “fan” mi dice sempre che è fiera di me per quello che sto facendo è tutto questo non può che rendermi felicissimo!

Ora che “hai rotto il ghiaccio” cosa stai preparando come prossimo lavoro?

C’è qualcosa che bolle in pentola, l’idea della prossima storia c’è. Bisogna sviluppare tutto quanto e iniziare a mettersi all’opera. Non posso dire altro.

Grazie per essere stato con noi, in bocca al lupo per il tuo lavoro!

Grazie mille a voi e viva il lupo!

Sissi Corrado

Responsabile del Blog Interessi tanti: lettura, scrittura, teatro, cinema, musica, arte, collezionismo, sociale, ecc.

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