Al via la 37essima edizione del ValdarnoCinema Film Festival
il filo conduttore di questa edizione è la diversità
Dal 25 al 29 settembre torna per la sua trentasettesima edizione il ValdarnoCinema Film Festival, che animerà le serate di San Giovanni Valdarno in provincia di Arezzo con proiezioni, incontri, interviste. Quest’anno un cambiamento importante, perché il Festival è sotto la guida del nuovo direttore Paolo Minuto e il filo conduttore di questa edizione è la diversità, un argomento impegnativo e molto attuale. Abbiamo voluto rivolgere alcune domande al direttore Paolo Minuto, che ringraziamo sin d’ora per la sua disponibilità.
37esima edizione del ValdarnoCinema Film Festival un traguardo per questa manifestazione…
Un numero di edizioni ragguardevole, che significa avere una storia già prestigiosa alle spalle e quindi la responsabilità è anche nei confronti di coloro i quali l’hanno costruita finora. Ma è una responsabilità nei confronti delle nuove generazioni di spettatori, verso il cui futuro culturale comunque bisogna guardare.
Per lei è la prima volta, come si sente?
Come dicevo prima sento la responsabilità per la storia che ha questo Festival. Però, non essendo la prima direzione artistica, ruolo che ormai svolgo in vari festival in Italia e all’estero da vent’anni, so che devo dare il massimo che la mia esperienza mi consente, non posso usufruire delle giustificazioni dell’esordiente.
Quali sono le novità che ha apportato in questa sua manifestazione?
Credo che la più importante novità stia nell’aver approntato un concorso di lunghi e di corti, di documentari e di film di finzione, che comprende i migliori registi dell’ultima stagione cinematografica e nuovi autori che si affacciano con valore alla ribalta festivaliera. Il pubblico avrà da appassionarsi ed emozionarsi.
In giro ci sono tantissimi festival del cinema, cosa ha il ValdarnoCinema Film Festival che lo contraddistingue dagli altri?
Il Valdarno ha una tradizione che affonda le radici nell’attività dell’associazionismo del pubblico, quindi un festival dalla parte del pubblico. Come ha voluto il suo padre fondatore Marino Borgogni.
Ci sarà la proiezione del film Bangla, sulla multietnicità, cosa pensa di questo film in questo momento storico e sociale?
Credo che sia una gioia poter vedere questo film e parlare con il suo giovane autore ed attore Phaim Bhuyian, italiano di origine bengalese. È una gioia perché è una commedia intelligente, autoironica, nuova per il cinema italiano, molto vicina allo stile dello humor anglosassone. Ed è la dimostrazione che lo Ius Culturae è un vantaggio per tutti gli italiani e non un problema. Senza la propaganda politica sarebbe già legge, perché è semplicemente buon senso, né di destra né di sinistra.
Qual è la situazione del cinema giovane oggi?
Il giovane cinema è in continua evoluzione, a livello internazionale. Siamo in una fase non chiaramente definibile o etichettabile, ma ricca di creatività. In Italia si fa più fatica perché si rischia meno e si realizzano pochi film coraggiosi ma anche commerciali come Bangla. Ma c’è spazio per crescere, non c’è dubbio.
Nel farle i nostri auguri, la ringraziamo per il suo tempo.
Grazie a voi.
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