Audrey Hepburn e Gregory Peck in un amore senza tempo

Vacanze Romane fu la consacrazione di Roma e della Vespa

Ogni estate la tv ci ripropone dei classici, alcuni in bianco e nero, che hanno fatto la storia del cinema internazionale. Uno di questi è Vacanze Romane, pellicola del 1953 girata a Roma, cosa che in quegli anni avveniva spesso, poiché gli attori americani lasciavano la loro patria per perdersi nelle bellezze europee, di cui l’Italia era regina.

Il film, diretto da William Wyler, ha come attori protagonisti una giovane ancora poco conosciuta attrice inglese Audrey Hepburn e un più noto Gregory Peck, con loro anche Eddie Albert. La semplice storia romantica, ispirata ad un fatto realmente accaduto, racconta di una principessa, Anna (Hepburn), in visita in Italia, che, stanca dei tanti impegni ufficiali, decide di fuggire. Solo che il sedativo che le aveva somministrato il dottore, a causa di un collasso nervoso, la fa addormentare per la strada e lì viene notata da Joe Bradley (Peck), un giornalista americano che lavora per un’agenzia di stampa a Roma.

Lei, nella totale confusione, le confessa chi è realmente, ma l’uomo, convito che la giovane sia ubriaca non le crede. Così. Per non lasciarla per strada da sola, decide di portarla a casa sua. Quando il mattino successivo scopre che la ragazza le ha detto la verità, decide di fare uno scoop e chiama il suo amico e collega Irvin (Albert) fotoreporter, per dargli una mano. I momenti che Joe passerà insieme ad Anna saranno ricchi di risate, di serenità, di interesse, tanto da cambiare le intenzioni del giornalista. La principessa, libera dai protocolli e impegni, comincia a girare per Roma come una semplice turista e da qui cominciano le sue mille avventure, come i suoi “contatti” con la polizia.

Il film, girato per le strade di Roma, offre anche una scenografia di tutto rispetto: Piazza di Spagna, via Margutta, fontana di Trevi, piazza Venezia, Bocca della Verità, nonché gli interni girati a Palazzo Barberini, Palazzo Colonna, Palazzo Brancaccio, solo per citare alcuni dei luoghi ripresi, offrono allo spettatore una visione di Roma, oggi di una città che nella sua struttura di edifici, è cambiata ben poco, ieri di una città che per molti era un sogno da visitare.

I due personaggi rappresentano l’amore impossibile di quel periodo, ma direi anche di oggi, se si pensa ai tanti insuccessi e si vedono atteggiamenti e modi di dire o fare che oggi, son ben lontani dall’essere presenti. Basta ricordare il pudore della principessa quando si sveglia con indosso il pigiama di Joe, o quando deve andare in bagno a lavarsi e cerca di coprire quel pigiama. Anche il rapporto tra i due, messo in evidenza, rappresenta un amore platonico che si consuma tra il divertimento delle avventure cittadine e un bacio che lui riesce a darle solo verso la fine, prima che entrambi comprendino che il loro sentimento non potrà proseguire. Dolce, delicato, il film racconta di momenti vissuti insieme, dove diviene importante il senso del vivere ogni momento, anche se fugace, perché ognuno di essi merita di essere vissuto. Nel film traspare anche l’eleganza, quella della Hepburn che l’accompagnerà per tutta la vita, la stessa signorilità ed eleganza che traspare, sul set e fuori dal set, da Peck.

Una società d’altri tempi, che regala una pellicola da sogno, una favola da raccontare, ispirata ad un fatto realmente accaduto. Due anni prima, infatti, la principessa Margaret d’Inghilterra, sorella della regina Elisabetta II scappò in Italia con il colonnello della RAF Peter Townsend. La loro fu una fuga d’amore che fece parlare il mondo intero, e che divenne spunto per gli sceneggiatori del film.

Tante sono le scene che si possono ricordare in questo film, ma quella che resta nella mente di molti, fu quella girata alla Bocca della Verità, dove Peck improvvisò il momento in cui fece finta di aver perso la mano e lo spavento della Hepburn fu reale. In tanti ricordano aneddoti e momenti in cui fu possibile vedere i due attori, osservare i ciak o piccoli racconti provenienti dal set.

Nel 1954 questo film ebbe ben dieci nomination agli Oscar, riuscendo a vincerne tre: Miglior attrice protagonista a Audrey Hepburn, miglior costumi a Edith Head e miglior soggetto a Dalton Trumbo. Quest’ultimo premio fu riconosciuto all’autore solo anni dopo perché in quel periodo era accusato di tradimento politico e per questo non poteva lavorare nelle produzioni cinematografiche.

Il film diede notorietà alla Hepburn facendola diventare un’icona di stile, un’attrice in ascesa, una professionista di tutto rispetto e, contemporaneamente, fece diventare la Vespa un simbolo della città Eterna. Basti pensare che ancora oggi, in giro per Roma, ci sono immagini, che richiamano a Vacanze romane, non solo per i luoghi in cui sono state girate le scene principali, se vi capita di trovare in via Margutta il portone del cortile aperto, sarà divertente riuscire ad ammirare la scala dell’appartamento di Joe, ma anche la possibilità di girare la città su una Vespa, utilizzata ancora oggi come trasporto per visitare le tante attrazioni cittadine. Certo, oggi non ci sono Vespe degli anni ’50, ma l’emozione di salire sul sellino di una di quelle resta sempre la stessa.

Titolo: Vacanze romane

Paese: USA

Anno: 1953

Genere: commedia

Durata: 119’

Regista: William Wyler

Attori: Gregory Peck, Eddie Albert, Audrey Hepburn, Artley Power, Hartley Power, Harcourt Williams, Margaret Rawlings

Sceneggiatura: Dalton Trumbo, Ian McLellan Hunter, John Dighton,

Fotografia: Franz Planer, Henri Alekan

Montaggio: Robert Swink

Musiche: Georges Auric

Costumi: Edith Head

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Sissi Corrado

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