Bella addormentata cancella stereotipi sulle favole e sulle donna
Quando si è al termine di una settimana intensa e, a conclusione della stessa, di una giornata impegnativa, si sente il desiderio di correre a casa a riposarsi, ti balena il pensiero di disdire un impegno, consapevoli di non riuscire a seguire un evento con la giusta attenzione. La cosa che fa resistere è l’invito di qualcuno che, facendolo, ha sottolineato “Non te ne pentirai!“
Sì, quella frase espressa in una conversazione pre-evento, spinge a resistere e a vedere cosa c’è al di là del sipario, con convinzione e decisione. Così restiamo con interesse al Teatro Trastevere, nella settimana dedicata alle donne “Tales of Women”.
In scena “Bella addormentata”, un monologo scritto da Alessio Manuali che ne cura anche la regia e interpretato da Francesca Farcomeni.
Capelli rossi, pelle candida, vestita di bianco con al centro una rosa rossa, fin qui si potrebbe dire, nulla di nuovo, ma sulla estrema bravura dell’attrice, c’è davvero molto da dire. In scena due sedie, una rossa e una bianca su uno sfondo nero, che fa da cornice allo stesso e un secchio.
Lo spettacolo comincia con la protagonista distesa, addormentata sul palco, a scena aperta mentre gli spettatori entrano all’interno del teatro. C’è il brusio delle voci alla vista dell’attrice sul palco, mentre ognuno prende posto. Lei, immobile sotto la luce per nulla soffusa, dorme, ascolta, ma sembra assente, il respiro percepito appena, tanto che qualcuno si domanda se respiri davvero.
Poi le luci si abbassano, il silenzio cala sulla sala e la bella addormentata si sveglia di soprassalto, stupendo. Non un risveglio calmo, rilassante, ma un improvviso intervento sul palco che sottolinea la forza interpretativa dell’attrice. Da qui si osserva il suo viso, espressivo, mentre la dolce ragazza, piena d’amore, cerca solo un bacio. La sua è una richiesta che va ben oltre il semplice gesto fisico.
Da qui parte un racconto dapprima divertente, che lascia sempre un sorriso sulle labbra, per poi, lentamente, diventare più serio, mentre, con ironia, si affrontano i temi più cari del mondo femminile e vengono eliminati modelli preconfezionati.
Le donne, questo immenso desiderio di amore, di ricerca del principe azzurro, di essere donne. La favola classica si adegua ai giorni nostri e dalla spasmodica ricerca di attuazione, si mostra con i tratti oscuri della realtà. Si altera il mondo favoloso e ci si ritrova in quello moderno, pronto a superare gli stereotipi che circondano il mondo femminile, che le favole ci riportano continuamente.
In scena una bravissima Francesca Farcomeri, attenta, precisa, coinvolgente. Riesce a passare con estrema facilità nei suoi ruoli scenici, divenendo statuaria, bambina, donna, madre, in un batter di ciglia. Il suo viso è un incanto mentre si trasforma e comunica emozioni. E il messaggio arriva diretto al pubblico.
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