C’è un soffio di vita soltanto, il racconto della vita di Lucy

Il racconto di Lucy, transessuale più anziana d’Italia, tra gli ultimi superstiti del campo di Dachau in Germania

Lucy, la transessuale più anziana d’Italia, racconta al mondo parte della sua vita e ciò che ha da raccontare non è una vita spensierata, ma un lungo percorso di cadute, ricadute, di lotte e di rialzate. Un percorso che è iniziato più di ottant’anni fa e che l’ha vista protagonista di una società non sempre accogliente. Le sue parole sono macigni che arrivano al cuore e alla mente: “Chi dice che una donna non può chiamarsi Luciano?” è solo una delle frasi che la donna, ancora molto lucida, esprime parlando del suo vissuto, immergendoci nel suo racconto.

Cosa c’è dietro il viso stanco di un anziano, cosa nascondono gli occhi di chi, spesso, ti vede senza guardarti, ti sente senza ascoltarti. Ci sono momenti, anni, vicende, che ci appaiono lontane, assenti, così tanto, che non riusciamo a capirle, comprenderle fino in fondo. Ci sono gesti quotidiani che ci sono sconosciuti, che ci lasciano indifferenti, eppure, per qualcuno rappresentano attimi fondamentali della propria vita e degli eventi che l’hanno contraddistinta, e poi serbati nel cuore. Ricordare e vivere continuando a riflettere su quello che ha attraversato i nostri giorni, duro conflitto e immenso dolore per chi, fin da subito, è stato emarginato e preso di mira per il suo “essere diverso”. E allora ti chiedi cosa significhi “essere normale”, che cosa ci renda migliori degli altri, con quale alterigia ci arroghiamo il diritto di imporre alla società chi è giusto e chi è sbagliato? “Io non ho scelto di essere così, sono nata così”. Le sue parole ricordano molto “’A livella” di Totò, uomo ben conscio del mondo e di ciò che c’è nel cuore degli uomini.

C’è un soffio di vita soltanto – A breath of life” di Brotugno & Coluccini, è il documentario che ci permette di entrare nella vita di Lucy, Luciano Salani, transessuale, deportata nel campo di concentramento tedesco di Dachau, per fortuna tra i sopravvissuti dell’orrore. Oggi Lucy vive a Bologna e in molti non conoscono tutte le vicende della sua vita, tutto ciò che ha passato, come il confinamento in un campo di lavoro nazista. Non conoscevano fino ad ora, perché grazie alle riprese del documentario, tutti possono conoscere la sua storia, avendo come fonte orale chi ha vissuto quegli eventi in prima persona.

Lucy porta negli occhi il dolore e ciò che ha vissuto all’interno del campo di Dachau, quando era costretta, da uomo, a buttare nei forni i corpi dei deportati, a volte ancora vivi. Per lei quei ricordi fanno parte di una lunga agonia che l’ha accompagnata per tutta la vita, come lo sono le vicende che hanno caratterizzato il suo percorso fin da quando era piccola e che oggi la vedono tirare le somme di una vita passata per le strade, prostituendosi, lavorando con artisti, ecc.

I registi Matteo Botrugno e Daniele Coluccini hanno deciso di raccontare la storia di Lucy, che è fatta soprattutto di affermazione della propria identità. La narrazione del documentario attraversa la vita quotidiana di Lucy, facendoci entrare nella sua casa e nella sua vita, proponendoci i suoi rapporti umani e i suoi ricordi in un periodo, quello del Covid, che ha reso tutto più difficile. Eppure Lucy rivendica il suo essere se stessa, la sua vita che accetta come un dono, ricordando che essa, infine, è un soffio se paragonata all’intera esistenza del mondo. Perché quindi, sprecarla a fare del male, a sparlare delle persone, a renderla così negativa? È un soffio di vento che attraversa altri soffi, riempendola di passioni. Tirando le somme di una vita vissuta, si può notare che le giornate buie, sono maggiori, come i segni che lasciano sulla pelle e di questo Lucy ne è consapevole, ma ricerca, anche ora, una vita che le permetta di condividere spazi e affetti con altre persone. È un racconto delicato e ricco di emozioni che apre la mente alla riflessione, perché, in fin dei conti, ognuno di noi è parte della storia.

Titolo: C’è un soffio di vita soltanto – A breath of life

Paese: Italia

Anno: 2021

Genere: documentario

Regista: Matteo Botrugno e Daniele Coluccini

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Sissi Corrado

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