Isabel Russinova porta in scena Battista Sforza
Le donne protagoniste del loro tempo nei testi di Isabel Russinova
Isabel Russinova è la protagonista dello spettacolo Battista Sforza che andrà in scena al Teatrosophia dal 9 all’11 dicembre 2022. L’attrice è anche autrice del testo, mentre la regia è affidata a Rodolfo Martinelli Carraresi. In scena con la Russinova Zoe Tavarelli.
Si parla di donne che sono state attive nel loro tempo, attraverso l’attenzione al sociale, alla politica, alla cultura e che spesso sono relegate a figure marginali di uomini che hanno affiancato. Da anni Isabel Russinova si dedica alle figure femminili che hanno avuto un ruolo importante nella storia e lo racconta attraverso i suoi spettacoli e i suoi libri. Ho rivolto all’autrice alcune domande per scoprire qualcosa in più sullo spettacolo e sulle donne.
Benvenuta. Da anni lei si dedica al racconto delle figure femminili del passato che hanno scritto la storia. Come ricerca queste figure di cui porta la vita in scena?
Da circa venti anni ricerco, studio, scrivo e porto in scena o pubblico, storie di donne: donne che hanno fatto la storia, donne che la storia ha sacrificato, donne che il tempo non deve sbiadire, ma deve continuare a parlare di loro, per offrire altra forza e dignità a tutte noi.
Quando mi chiedono come ricerco queste figure, rispondo sempre che in realtà sono loro che cercano e trovano me. In realtà è lo studio e la ricerca della storia che mi appassiona e che mi porta a studiare e conoscere il femminile, in particolare quelle figure che pochi conoscono, anche perché il femminile per troppo tempo è stato volutamente nascosto da un mondo guidato da uomini.
Nei suoi racconti passa attraverso le varie epoche. Attraverso le sue ricerche, cosa ha scoperto del mondo femminile del passato?
Noi siamo sempre state noi: coraggiose, impavide, cariche di amore per il prossimo, capaci a grandi sacrifici e silenzi. Abbiamo chinato la testa solo per poterla rialzare al momento giusto. Noi siamo donne.
Dal 9 all’11 dicembre al Teatrosophia porterà in scena Battista Sforza, moglie di Federico da Montefeltro conte di Urbino. Cosa l’ha affascinata di Battista Sforza?
La sua intelligenza, la capacità di affrontare con giusta misura le cose e il suo coraggio.
La regia è affidata a Rodolfo Martinelli Carraresi, cosa avete voluto evidenziare di Battista Sforza?
La cosa che ho voluto sottolineare è la modernità del suo pensiero, tipico di tutte le grandi personalità, donna o uomo che sia, in tutte le epoche. La bellezza, l’intelligenza e la grandezza degli esseri umani è trasversale, senza tempo, senza genere, senza colore, senza età, senza religione. Le differenze sono gli uomini stupidi a imporle, purtroppo la stupidita fa parte delle cose dell’uomo.
In passato non sempre donne così autonome erano ben viste. Com’era vista lei dal marito? E dalle persone del suo tempo?
Battista Sforza è stata una donna molto ammirata e molto amata dal marito, che la considerava il suo miglio consigliere, infatti dopo la sua morte non ha voluto, affiancarsi da nessun’altra moglie, anche se la ragion di stato glielo voleva imporre.
Piero della Francesca la dipinse di profilo mentre guardava il marito. Quale messaggio, secondo lei, ha un’opera del genere per la società del tempo? E per noi oggi?
L’opera di Piero della Francesca, quella dei due profili per intenderci, non è stata fatta nello stesso tempo, sono ritratti di momenti diversi. Tra l’altro Piero della Francesca era quasi cieco, ma sapeva dare alle sue opere una luce particolare come, ad esempio, quella speciale che ha saputo donare a Battista Sforza, valorizzandone la bellezza dell’anima.
Il messaggio lo porta con sé: è la bellezza, il più grande strumento di salvezza per l’umanità.
Donna, moglie, madre, mecenate, combattente. Il mondo femminile si ritrova a dover affrontare sempre molteplici ruoli, come li hanno vissuti le donne e come li vivono ancora oggi?
La donna nella storia ha sempre offerto un’altissima narrazione di sé e continua a farlo.
Nel nostro tempo assistiamo ogni giorno al cammino della donna che procede sempre più in alto nelle sue conquiste. Il cammino è ancora lungo e non dobbiamo mai abbassare la guardia, la storia ce lo insegna.
Il coraggio è una costante per le donne, in particolare per coloro che si ritrovano a rivestire ruoli spesso definiti “maschili”. Manca, in questa società, come nel passato, la solidarietà e l’appoggio femminile. Cosa pensa di questa affermazione? Cosa potrebbe cambiare?
La solidarietà delle donne per le donne c’è sempre stata e ci sarà sempre a dispetto di chi non lo riconosce. Le donne si aiutano, accolgono, si sacrificano, le donne sono madri conoscono la responsabilità della vita.
Non ci sono ruoli maschili o femminili, ci sono semplicemente ruoli.
Grazie per essere stata con noi e in bocca al lupo!
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