La macchina del perdono
Perdonare e perdonarsi grazie alla Macchina del Perdono di Marco Fortuna
La macchina del perdono è un manufatto in legno ideato e costruito dallo scrittore Marco Fortuna che per questo lavoro si è ispirato al suo ultimo libro di favole “La strada del ritorno”. Scrittore e poeta, Fortuna ha realizzato interamente il progetto, presentato in anteprima in Svizzera alla giornata dell’educazione allo sviluppo sostenibile, lo scorso ottobre a Locarno. La macchina vuole far riflettere sull’esistenza e sul perdonare e perdonarsi. Un lavoro che può durare tutta la vita.
Con noi l’autore della macchina Marco Fortuna che ringrazio per il suo tempo.
Dicevo, perdonare e perdonarsi è un duro lavoro interiore: come viene affrontato l’argomento in generale?
Parlare di perdono è un buon inizio, vi ringrazio quindi per l’intervista. In generale viviamo in una società in cui chi ‘sbaglia’ spesso viene scartato, tagliato fuori, senza possibilità di essere riabilitato, diventa appunto imperdonabile. Il cammino verso il perdono ci spinge a percorrere un’altra strada, destabilizzando questo pensiero malato. Una cosa non si può fare fino a quando qualcuno alla fine ci riesce.
Lei invece come vive il perdonare e perdonarsi?
Perdonarsi spesso è più difficile che perdonare. Non dobbiamo continuare a punire noi stessi perdendo l’occasione di vivere pienamente i giorni che ci aspettano; se focalizziamo questo potremmo migliorare anche la vita di chi ci è accanto.
Spesso siamo in difficoltà su questo argomento. In primis perché perdonare richiede uno sforzo enorme che diventa maggiore se ci si deve anche perdonare. Come si intersecano le due cose?
A volte faccio davvero fatica a perdonare, dipende dalla gravità del torto subito. Ma dobbiamo imparare che perdonare significa prima di tutto rinunciare al desiderio di vendetta, significa liberarsi di un fardello che ci opprime in modo insopportabile. Riconciliarsi con gli altri invece è un’altra cosa, può avvenire oppure no.
Come nasce l’idea della macchina del perdono?
Ho scritto una favola presente nel mio libro “La strada del ritorno”, in cui parlo di questa macchina e delle vicende fantastiche legate ad essa. In seguito ho maturato il desiderio di trasformare ciò che apparteneva a quel mondo immaginario in realtà.
L’ha presentata a Locarno, alla giornata dell’educazione allo sviluppo sostenibile, com’è stata accolta? Quali sono stati i riscontri che ha avuto?
A Locarno, insieme all’associazione Ortoascuola, ho presentato la macchina e parlato dell’importanza del messaggio sociale ed ecologico del progetto; loro lavorano molto bene e già da tempo con i giovani, con soluzioni pensate per la didattica nelle scuole.
Qual è l’effetto che emana?
Certamente è molto curioso e stimolante avvicinarsi, cercare di capirne lo scopo e utilizzare la macchina del perdono, credo sia l’unica non solo in Italia ma anche in tutta Europa. Esiste una macchina del perdono negli USA ma è certamente un’altra cosa, io ho progettato la mia macchina partendo da zero, pensando all’uomo e ai suoi valori.
La macchina del perdono è indicata più per i piccoli o per gli adulti e perché?
La macchina del perdono può essere utilizzata da chiunque, piccoli e grandi, in diversi luoghi a seconda dei casi: scuole, biblioteche, sale espositive pubbliche o private, ludoteche, gallerie d’arte, associazioni culturali.
Qual è stato il gesto del perdono che le ha richiesto maggior impegno e perché?
Affrontare il cammino del perdono implica un duro lavoro, in previsione di un risultato incerto. Io sono partito dall’idea semplice ma in qualche modo rivoluzionaria che oggi non posso ancora perdonare davvero, ho ancora della strada da percorrere, ma domani certamente farò un altro passo in avanti.
La macchina del perdono ed ecologia, come si sposano le due cose?
Ho pensato di trasformare un qualcosa di negativo, come il rancore e la depressione, in un qualcosa di positivo inteso come nuova vita. Ecco perché nella macchina del perdono inseriamo solo carta piantabile (growingpaper) che viene poi utilizzata nel compost per concimare orti o giardini.
Prima di salutarci ci può esprimere un suo sogno o desiderio legato alla Macchina del perdono?
Il progetto della macchina del perdono nasce per essere itinerante e condiviso con più gente possibile; pensatela come un passaggio, uno stargate che ci trasporta nel nostro mondo interiore.
Grazie per essere stato con noi e in bocca al lupo!
Gli articoli pubblicati sul Blog sono scritti dai Soci dell’Associazione in maniera volontaria e non retribuita. RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright CulturSocialArt