La prima assoluta di Una culla sbagliata all’Altrove Teatro Studio

La parola e il coraggio sono i fondamenti della crescita

Una ragazza, il suo coraggio e l’amore per la letteratura. Una figura di donna forte, determinata, capace di scegliere tra restare in disparte e legata ai più convenzionali e comodi dettami della società e il desiderio di poter essere se stessa, sempre, anche andando incontro alla solitudine, all’abbandono, della sua famiglia.

Una culla sbagliata, scritto da Ottavia Bianchi, è il nuovo spettacolo interpretato dalla stessa Ottavia Bianchi, che ne cura anche la regia dividendola con Giorgio Latini, e Loredana Piedimonte, che ha debuttato il 10 gennaio all’Altrove Teatro Studio di Roma. Liberamente tratto da Perché essere felice quando puoi essere normale? della scrittrice britannica Jeanette Winterson, lo spettacolo racconta di Jeannette, una giovane che deve destreggiarsi tra la vita e gli amori che la animano e la sua famiglia adottiva, con un padre assente e una madre più che religiosa, animata dal fanatismo.

Jeannette, consapevole delle conseguenze, decide di allontanarsi da casa e studiare, amare, diventando scrittrice, affidando i suoi sentimenti, pensieri, ma anche sogni alle parole scritte, alle poesie, invece di vivere una vita fatta di menzogne e paure. Nonostante l’allontanamento non lesina a mandare informazioni alla madre perché, in fondo, cerca la sua approvazione che rappresenterebbe quel sentimento d’amore che non ha sentito durante la sua infanzia. Capace di imparare, aprirsi, impegnarsi, Jeanette non si è mai sentita amata, ma anzi, guardata con sospetto, perché diversa.

Eppure il suo essere diversa, il suo essere rifiutata dall’amore materno, così difficile da conquistare, diventano la sua forza, la sua voglia di riscatto. Ed è l’amore quella forza incredibile, bella e dannata, che fa girare il mondo, che lo trascina attraverso le vicende umane, fatte in primis, di sentimenti, che resta la meta da raggiungere. Jeanette lo sa perché ne ha letto tanto e di conseguenza, ne ha scritto, ed è forse per questo motivo che, quando torna a casa dopo la morte della madre, per venderne la casa, deve fare i conti con il passato, per affrontare il futuro.

A volte si dimentica proprio questo. Siamo quello che siamo per le esperienze che abbiamo fatto ma soprattutto per le nostre scelte. Sono queste ultime, infatti, che segnano le nostre direzioni di vita, che ci rendono donne e uomini del mondo. Spesso è proprio l’arte, la cultura che aiuta a sentirsi meno soli, meno vulnerabili, animando l’anima al coraggio, a seguire la strada che ci permette di essere noi stessi.

Sul palco, per questa prima assoluta, due attrici consapevoli del loro ruolo e della loro forza scenica: Ottavia Bianchi e Loredana Piedimonte. La prima è la madre fanatica, colei che deve difendere la figlia dal mondo e da se stessa, certa della potenza dell’amore di Dio, ma un po’ meno della potenza dell’amore dell’essere umano. La donna fanatica incapace di infondere fiducia, quanto, invece, far sentire l’inadeguatezza e la paura.

La seconda è Jeanette, tra la giovinezza, quando racconta della sua vita a casa, e l’età adulta, ormai donna capace di affrontare le difficoltà, eppure così sorprea di ritrovarsi a doversi confrontare con il passato che riesce ancora a farle del male. E la Piedimonte sa dosare le due figure in modo preciso, con convinzione, trasformandosi all’improvviso, dall’una all’altra.

È bello il testo, è bella la scenografia, sono belli i gesti e movimenti delle attrici che riescono a catturare l’attenzione, che si alternano tra le riflessioni sulla nostra vita, la tristezza per le difficoltà da affrontare o affrontate, sempre presenti, ma anche l’ironia verso alcuni eventi, che smorzano e permettono di rilassarsi durante il racconto.

Non manca nulla in questo spettacolo, che mostra anche un’attenta regia, in doppio, capace di lavorare sullo stesso piano, in modo da permettere agli spettatori di assistere a un momento di riflessione e crescita come sa fare una serata a teatro. E poi, se proprio vogliamo andare nel profondo, andate a leggere il libro della Winterson che ha ispirato Ottavia e che potrebbe regalare qualche emozione e ispirazione anche a tutti.

Sissi Corrado

Responsabile del Blog Interessi tanti: lettura, scrittura, teatro, cinema, musica, arte, collezionismo, sociale, ecc.

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