Lucia Ciardo racconta Volevo essere Madame
La ricerca spasmodica di essere un’altra persona
In scena dal 7 al 9 febbraio, al Teatro Trastevere di Roma, Volevo essere Madame, adattamento e regia di Lucia Ciardo, con Lina Zirpoli e Barbara Sirtoli. Il testo si ispira alle Serve di Jenet, tra narcisismo, fantasia e invidia. A parlare dello spettacolo Lucia Ciardo a cui diamo il benvenuto sulle nostre pagine.
Benvenuta. Lei sarà al Teatro Trastevere con lo spettacolo Volevo essere Madame, ispirato a Le Serve di Jenet, da lei riscritto e diretto. Cosa l’ha affascinata del testo originale?
Lo spirito audace di Jenet che osa nel raccontare i sentimenti più ambigui senza perbenismo mettendoli sotto una lente di ingrandimento per cui viene da pensare: potremmo essere tutti delle Serve!?
Nello spettacolo ci sono due donne che vogliono vivere un’altra vita. Oggi quanto è presente e forte un sentimento del genere? Tocca solo le donne? E perché?
Questo è un altro motivo di fascino per me e che mi inquieta, perché il tema è sempre molto attuale: oggi sembra che la mission dell’essere umano sia essere qualcun altro, più bello, più forte di ogni stagione della vita, sempre più lontano dal proprio unico modo di essere. Riguarda sia uomini che donne, ragazzi e ragazze e pre-adolescenti… tesi a somigliare a qualcuno che rimandi un’immagine di successo basato su cose che non riguardano i propri talenti o risorse… resta poi la frustrazione che può creare esseri umani pericolosi.
Quali sono gli accorgimenti registici che ha inserito all’interno dello spettacolo?
Ho trasferito le due protagoniste costipate nella stanza da letto della Madame in un luogo di detenzione ma, le due sorelle, che vivono di fantasia, credono sia il set di una fiction come il Grande Fratello dove possono essere ammirate da tutti senza poter vedere il mondo fuori. È la narrazione dell’eros del potere come dice Jenet ed essere guardati è l’illusione di esistere ed essere di successo.
In scena ci saranno Lina Zirpoli e Barbara Sirtoli. Quali sono le caratteristiche che le hanno permesso di sceglierle per questi ruoli?
Hanno la stoffa e la forza per sostenere due ruoli cosi complessi dato che da testo interpretano più personaggi durante i deliri delle due protagoniste, sono disponibili a restituire il caleidoscopio di sfaccettature delle due protagoniste con grande generosità. Inoltre hanno la capacità di entrare nel lavoro registico psichedelico come se entrassero nel mondo di Alice nel paese delle Meraviglie e restituire tutto con grande verità. Diverse e complementari. Bravissime.
Quali sono le direttive che ha dato loro?
Ricordarsi che come dice Jenet “è una favola, bisogna crederci e rifiutarsi di crederci”, affondare nelle viscere e tendere verso il sublime sempre con lo spirito del gioco. Il Teatro ci permette di farlo per aiutarci a non prenderci troppo sul serio.
Cosa spera per Volevo essere Madame?
Spero che arrivi, che faccia ridere, sorridere, commuovere e tutto il contrario, che lo spettatore si chieda: ma davvero? Che se ne vada con qualche certezza in meno e più stupore.
Grazie e in bocca al lupo!
Grazie!