Maria Paola Canepa racconta SperimentArti

Al Centro Culturale Artemia la nuova rassegna SperimentArti

Dal 12 febbraio al 3 marzo al Centro Culturale Artemia, va in scena la rassegna SperimentArti diretta da Maria Paola Canepa e promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, è anche vincitore dell’Avviso Pubblico, curato dal Dipartimento Attività Culturali. Ne ho parlato insieme alla direttrice del progetto a cui rinnoviamo il bentornato sulle nostre pagine.

Il Centro Culturale Artemia presenta la rassegna SperimentArti, rassegna di teatro sperimentale, finanziata dal comune di Roma, come è stata accolta questa vittoria?

È stata accolta come la meravigliosa notizia che è. Tutti i soci frequentatori di Artemia si sono congratulati e ci hanno fatto i complimenti, loro vedono e capiscono lo sforzo ma anche la passione che ci mettiamo nel nostro lavoro e questo finanziamento viene vissuto come una sorta di premio a tutti questi meravigliosi anni di lavoro.

Gli spettacoli sono gratuiti e il tutto è finanziato dal comune, come rispondono gli spettatori a queste iniziative?

Di solito febbraio è un mese molto complicato. Le persone ancora sentono il bisogno di riprendersi dal periodo natalizio e solitamente fa anche freddo e quindi non è facile portare il pubblico a teatro, ma devo dire che il connubio tra le belle e variegate proposte in scena ed il fatto della gratuità dell’ingresso sta contribuendo a rendere il “miracolo” di record di presenze in uno dei mesi più duri dell’anno.

Il Centro Culturale Artemia non è nuovo alle rassegne, come hai sottolineato quando hai presentato la stagione 2023/2024. Questa rassegna in particolare, quanto si avvicina ad Artemia?

Questa rassegna rappresenta una parte importantissima e fondamentale di Artemia, poiché da noi sono nati moltissimi spettacoli e ci piace percepirci come un grande calderone creativo dove cuocere e mescolare le idee per poi sperimentarle, osando. Questo ha sempre lasciato un grande senso di soddisfazione sia negli artisti che nel pubblico e persino nella critica, che da noi ha avuto tantissime volte la possibilità di vedere lavori lontanissimi dalla scena tradizionale romana. Quindi, una rassegna di teatro sperimentale da noi, non è altro che la normale conseguenza di un’impostazione artistica che si verifica dal primo giorno.

Quattro spettacoli in scena dal 12 febbraio al 3 marzo, come sono stati scelti? Cosa hanno in più nei confronti degli altri?

Gli spettacoli sono stati selezionati appositamente per arrivare ad un pubblico trasversale, ma anche seguendo l’istinto che mi diceva che non solo il pubblico doveva appartenere a tutte le fasce d’età ma anche gli artisti. Cosi abbiamo presentato uno spettacolo/reading molto particolare per bambini e bambine seguito da un dibattito dove il pubblico ha potuto confrontarsi direttamente con gli artisti ed in quel caso, trattandosi di minorenni molto piccoli, lo spettacolo vero per me è stato sentire le loro impressioni che mi hanno riempito di gioia.

Poi, ho selezionato uno spettacolo scritto da una persona che stimo molto e che è stato realizzato per un pubblico di adolescenti ed adulti, con un linguaggio velocissimo e quasi acrobatico (nelle parole come nei movimenti) ideale per legare con il tipo di comunicazione che gli adolescenti sono abituati ad utilizzare nell’era di internet e delle comunicazioni veloci. Abbiamo trattato il tema del disagio giovanile in uno spettacolo di teatro dell’assurdo ma moderno, che ha lasciato il pubblico (di tutte le età) molto soddisfatti, sorpresi e contenti.

Il terzo spettacolo è ancora più sperimentale, poiché sarà un alternarsi di figure artistiche tra performer, attori, danzatori, musicisti e persino un’artista del gusto, che delizieranno tutti i sensi del pubblico (adulto) in sala. Un’esperienza sensoriale che attraversa i 5 sensi.

Per finire e come ciliegina sulla torta, avremo in scena una compagnia degna di nota poiché sia gli attori come il regista e l’autrice di questo spettacolo, hanno una grandissima traiettoria nei loro campi d’azione e porteranno un testo apparentemente classico ma trattato in maniera totalmente travolgente ed inusuale. Non posso fare spoiler ma ti dirò solo che il pubblico sarà seduto anche sul palcoscenico.

Per finire di risponderti, sinceramente non so se questi spettacoli “hanno qualcosa in più” ma sicuramente hanno qualcosa di diverso.

Com’è stato partecipare al progetto? Lo farai ancora?

Sinceramente la parte più difficile per me è stare dietro a tutta la burocrazia del bando. Non è il primo bando a cui partecipo e qualcuno l’ho pure vinto in passato ma io sono una donna di azione e, come si suol dire, anche “di pancia” e nel mio lavoro, quando l’istinto mi dice che qualcosa può funzionare, che mi stimola, che mi appassiona, la faccio e basta. Per fortuna sono circondata da bravissimi artisti che hanno sempre voglia di rischiare e sperimentare insieme a me e quindi se ci va di fare qualcosa di bello la facciamo (così è nata Artemia), ma dovermi confrontare con tutta la burocrazia, attese, risposte e documentazione… devo dire che è stato faticoso, ma infine ne è valsa la pena.

Ogni volta dico che non voglio fare più bandi perché rubano tantissimo tempo e la maggior parte di essi sono davvero difficili da vincere, ma alla fine continuo a farli e sperare di vincerli, quindi sì, lo farò ancora, e se non dovessimo rivincerlo, oramai la rassegna è in piedi, al massimo il pubblico dovrà in futuro pagare il doveroso biglietto per vederla. Per il momento godiamoci il presente e “la gratuità”.

Tanti giovani, tante sperimentazioni. Ha ancora senso sperimentare? O si è provato già tutto?

Certo che ha senso! La sperimentazione è parte della vita e dalla sperimentazione nasce sempre qualcosa di diverso e al passo con i tempi. Anche i testi antichi possono avere nuova vita e linfa attraverso la sperimentazione di nuovi linguaggi, se non ci fosse sperimentazione credo che dopo un po’ calerebbe un grande velo di noia.

Ti confesso una cosa: io ho scelto quella location per aprire il nostro centro culturale anche per l’altezza dei soffitti, perché all’epoca mio fratello, che è un attore, ballerino contemporaneo e performer, girava il mondo in tournée con uno spettacolo argentino di “teatro aereo” che io avevo l’illusione di poter portare e/o sperimentare qui da noi. Bene, quel sogno ancora non sono riuscita a compierlo, quindi continueremo a sperimentare, e forse anche quello si avvererà! C’è tanta sperimentazione all’estero che qui in Italia ancora non è arrivata e che sono sicura lascerebbe “di stucco” il pubblico italiano.

Cosa ti auguri per questa rassegna?

Mi auguro che più persone possano avvicinarsi alla nostra realtà e farle tornare a trovarci perché il cartellone ancora è pieno di meravigliosi spettacoli che vanno visti e gustati da tutti, vecchi e nuovi amici.

Grazie e in bocca al lupo!

Grazie di cuore a te che con il tuo prezioso impegno ci dai sempre lo stimolo per continuare con il nostro meraviglioso lavoro!

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Sissi Corrado

Responsabile del Blog Interessi tanti: lettura, scrittura, teatro, cinema, musica, arte, collezionismo, sociale, ecc.

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