Novorossiya, lo sguardo sul Donbass del 2014
La guerra tra Russia e Ucraina del 2022 iniziò nel 2014
Il documentario presentato al Biografilm Festival è stato diretto da Enrico Parenti, Luca Gennari, nel 2022. Novorossiya è stato girato sul fronte orientale ucraino di Donetsk, dove i filorussi separatisti hanno combattuto gli ucraini molto prima dell’invasione di Putin del 2022.
Nel 2014 venne proclamata la Repubblica popolare di Donetsk. In quel frangente, con la guerra che venne scatenata tra il Donbass e l’Ucraina, morirono più di 13.000 persone. Il documentario racconta com’è stato alimentato l’odio innescato tra le due fazioni e mostra che, come sempre, una guerra non è solo e sempre colpa di una parte, ma scaturisce da una che dura anni.
Qui vengono ascoltate le voci dei tanti cittadini che vivono al confine con la Russia, tra povertà e guerra che spesso li costringe a vivere in rifugi, lontani dalle loro case ormai distrutte, o impegnati a sostenere i soldati al fronte. Le ideologie contrapposte hanno reso difficile, se non impossibile il dialogo fra i due schieramenti. La guerra ha insanguinato per anni il Donbass, ferendolo e lasciando cadere sul campo molti giovani. Così chi si ritrova al sicuro, lontano dal fronte, si preoccupa per un proprio familiare in guerra, prega per chi combatte per la loro libertà, spera di crescere per andare a difenderla accanto ai soldati.
Una guerra di ideologia perché si è tornati a combattere idealmente tra occidentali, visti come i nazisti sconfitti nel 1945, e russi, che rappresentano l’oppressione comunista. Questa differenza viene evidenziata seguendo una scolaresca che racconta di un viaggio d’istruzione dove sono stati accolti da persone che simpatizzano per il Donbass.
I giovani studenti sono affascinati dalla città, da ciò che visitano, ma comprendono anche che la musica, arte che li ha portati in giro e che viene studiata con passione, è un modo per rilassarsi, distrarsi e proteggersi contro una guerra che non vorrebbero. A loro, però, viene raccontato dagli anziani, dagli adulti filorussi, la grandezza della Russia del passato a cui questi aspirano, al legame che sempre li unirà, opponendosi a chi vuole “schiavizzarli”, in questo caso gli occidentali. Gli occidentali e il loro modo di vivere vengono visti come i nuovi nazisti, da contrastare con forza in quello che viene identificato come liberalismo.
Una guerra che da subito ha portato nel Donbass tanti soldati provenienti da più parti del mondo e con ideologie comuniste. Nel documentario si racconta anche un soldato americano, giunto lì per combattere al fianco dei russi e costruire una società più equa. Differente intento è quello dei soldati russi che tendono a ricostruire l’Unione Sovietica.
La guerra non è amata da nessuno, in particolare dai soldati, coloro che realmente la combattono e rischiano la vita in qualsiasi conflitto, e in questo caso combattono tra trincee e rifugi, metro dopo metro. Ma la guerra non è la soluzione poiché e la distruzione continua di un territorio. Esattamente come sta accadendo ora in Ucraina, dove l’invasione dell’esercito russo sta portando alla distruzione di un paese.
Il documentario apre però ad una riflessione più ampia sul conflitto, sulle ideologie portate avanti, sulla situazione territoriale. La verità non sta mai da una parte o dall’altra, non è mai ne bianca o nera, ma va ritrovata, come nella storia, nell’analisi di più situazioni, come accade, sempre quando si cerca la pace.
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