Ida Di Benedetto protagonista de Gli altri

Daniele Salvo dirige un cast eccezionale per un film che parla alle persone

Al cinema in questi giorni è possibile vedere un film italiano Gli altri, tratto dal romanzo omonimo di un grande scrittore partenopeo, Michele Prisco. A dirigere questo racconto Daniele Salvo, alla sua prima regia cinematografica dopo il successo che ha ottenuto negli anni, in quelle teatrali.

Durante la presentazione del film al Cinema Farnese di Roma, è l’interprete principale del film, l’attrice Ida Di Benedetto, che ripete di aver fortemente voluto Daniele Salvo come regista de Gli altri, ben sapendo che per lui sarebbe stata la prima regia cinematografica. Ma dopo averlo apprezzato in alcune regie teatrali, ha voluto scommettere sulla professionalità e bravura del regista. Insieme all’interprete principale Ida Di Benedetto, completano il cast il giovane e promettente attore Lorenzo Parrotto, anche lui proveniente da una carriera molto intensa ed interessante nel mondo del teatro, Gioia Spaziani, Gianfranco Gallo, Peppe Servillo.

Il film è stato voluto dalle figlie di Prisco che volevano portare al cinema uno dei romanzi del padre, in questo caso Gli altri, ultimo libro pubblicato quando l’autore era ancora in vita. Peccato solo che le riprese non sono state girate a Napoli o in Campania, ma sono avvenute in Puglia, dove però, si è riportata una location napoletana, dove la storia ha trovato la sua origine, il suo percorso e la sua conclusione.

La storia ci riporta negli anni Cinquanta, in un’Italia del sud, precisamente a Napoli, alle prese con la ricostruzione economica e sociale e racconta di Amelia Jandolo (Di Benedetto), un’insegnante di ricamo che riceve l’inaspettata visita di un giovane (Parrotto) che insiste per portarla a casa dove suo fratello Felice sta molto male. Ma quando i due arriva no a casa, il giovane è morto. Lei non conosce i due fratelli, anche se la famiglia pensa che la donna era l’amante di Felice che l’ha invocata a lungo. Incuriosita da questa vicenda, Jolanda comincia a indagare, per scoprire cosa si nasconda dietro alla sua omonima. Così segue quella che si rivela una storia d’amore e un giallo da scoprire.

Sicuramente il testo di Prisco è un testo che ha meritato i riconoscimenti ricevuti. Lo scrittore, infatti, ha da sempre raccontato storie coinvolgenti, che meritano di essere lette ancora oggi. Da qui il passo per la sceneggiatura è stato breve e il film avvolge lo spettatore trasportandolo nella narrazione.

Daniele Salvo ci mette tanto di suo e riesce a restituire una pellicola ben diretta, equilibrata, aiutato da un cast eccezionale, a partire dalla Di Benedetto, passando per l’ottimo Lorenzo Parrotto, proseguendo per Gioia Spaziani per arrivare alle piccole, ma pur sempre importati parti di Gianfranco Gallo e Peppe Servillo.

Si parla ancora di donne, quelle adulte che hanno alle spalle esperienza e consigli da poter elargire, come fa Jolanda, quella vera, che vive e si lascia trasportare dalla sua curiosità, si parla di donne giovani, come la Jolanda prestanome che segue il suo cuore e si lascia amare. In questa vicenda arrivano anche gli uomini, distanti, attenti, innamorati, decisi e gli altri. Chi sono questi altri? Sono la gente, le voci, le parole, i pregiudizi, sono tutte quelle parole che minano la vita sociale.

In un mondo cinematografico che sembra dover seguire per forza ritmi sempre più serrati, che non lasciano spazio alle riflessioni, all’assorbimento del momento, questo lavoro si presenta come una corretta narrazione, una storia ben diretta e interpretata. Molto bella e intensa l’interpretazione di Ida Di Benedetto, altrettanto quella del giovane Parrotto, qui per la prima volta protagonista e interprete di due personaggi. Complimenti anche a Gioia Spaziani, che si conferma interprete attenta e con buone capacità interpretative.

Un film che vale la pena di andare a vedere, che si distingue da quel filone di commedia italiana sempre sulla stessa riga e che presenta sempre gli stessi interpreti e registi, per dar vita a un prodotto interessante e che si spera possa ottenere l’attenzione di pubblico e critica che merita.

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Sissi Corrado

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