Manca solo Mozart, viaggio nell’animo di Simeoli
Il lavoro di un uomo che ha legato la sua vita e quella della sua famiglia alla musica
Andare a vedere al Teatro Cometa Off “Manca solo Mozart” non era una sfida, ma la certezza di partecipare ad uno spettacolo che poteva essere interessante ed emozionante. La curiosità nasce dall’unione di due artisti: Marco Simeoli, attore, regista, talentuoso protagonista di spettacoli teatrali e Antonio Grosso, anche lui autore, attore, regista, che si divide tra teatro e cinema, più giovane di Simeoli, ma un talento nascente.
A unirli un testo, o meglio, il racconto della vita di Salvatore Simeoli il nonno di Marco, che Grosso ha scritto e poi diretto in prima nazionale.
Il tutto nasce dai ricordi del nipote, che raccoglie fogli, inviti, appunti racchiusi in un negozio, quello che ha visto crescere la fortuna della sua famiglia, tra alti e bassi, tra la guerra, il boom economico, il colera, la crisi. Il lavoro di un uomo che ha legato la sua vita e quella della sua famiglia alla musica. Un negozio di dischi che, oggi sito di fronte al conservatorio di Napoli, racchiude la sua storia e quella dei tanti personaggi famosi e meno famosi, che sono passati da lì.
Lo spettacolo racconta proprio questo, le visite alla ricerca dell’oggetto misterioso, gli incontri che lasciano l’uomo senza parole, le sorprese, ma anche i tanti sacrifici, le notti insonni, le lunghe ore alla ricerca di un disco richiesto. Un racconto che attraversa anche le vicissitudini dell’Italia: gli anni venti, l’avvento del Nazismo, la guerra, la camorra.
Ed è lo stesso Simeoli che si racconta, su questo tappeto di spartiti, mentre si muove leggero, o meglio, quasi si sposata sollevandosi da terra, per raccontare ed emozionare. La sua padronanza del palco, della scena, degli spettatori, non lo limita mai, anzi ne aumenta la dinamicità, la consapevolezza dell’esposizione di una storia che lo vede al centro della narrazione stessa.
La sua gestualità fa comparire sul palco ogni singolo personaggio, grande o piccolo che sia, ogni gesto riporta all’immaginario della scena e sul palco non c’è più un solo attore, ma l’insieme di una vita.
Gesto, interpretazione, emozione, Simeoli in scena non si risparmia e lo si nota da subito, quando entra in scena con un mal di schiena all’apparenza incurabile: “‘a schiena, ‘a schiena” è il ritornello che si ripete con decisione verso il non più giovane proprietario dell’illustre negozio, che accusa gli acciacchi dell’età. L’attore è del tutto in scena, senza risparmiarsi e con una precisa voglia di trasformarsi, in quel momento, nel nonno.
L’attenta regia di Grosso si vede, la si sente palpabile all’interno della scena. Fa scaturire l’emozione, richiede l’intervento del pubblico, gioca con il soggetto, non lo abbandona. Si seguono i movimenti, i passaggi, le posizioni che non sono mai sistemate a caso.
Bella anche la scenografia, con questo immenso tappeto di spartiti, mentre dall’alto, stesi come i panni nei vicoli di Napoli, ce ne sono altri che ampliano la scena, il tutto davvero interessante e suggestivo. Gli spartiti raccontano la musica, da Vivaldi a Pino Daniele, da Dalla a Totò, sempre con l’interesse di un musicista. Fino ad arrivare al rap e qui le sorprese sono davvero interessanti.
Bella e brava quest’accoppiata di artisti, che si completano, coadiuvati dalla loro esperienza, innegabile quella di Simeoli, evidente anche quella di Grosso.
Uno spettacolo intimo, ricco di emozioni che trova il plauso del pubblico, giunto al Cometa Off per vedere un grande artista e che apprezza tutto del lavoro presentato. Non a caso il tributo riservato a Simeoli è davvero grande e meritato. Uno spettacolo da non perdere assolutamente.
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