Memento Mori collettiva alla galleria DuePuntoZero
Deliziosa mostra alla Galleria DuePuntoZero
DuePuntoZero, piccola galleria alla periferia di Bergamo, ha inaugurato lo scorso 13 ottobre una mostra dal titolo “Memento Mori” (ricordati che devi morire). Una raccolta delle opere di diciotto artisti differenti che hanno provato ad interpretare artisticamente la loro interpretazione della caducità della vita, del rapporto con il tempo che scorre, con la vecchiaia e con la morte.
Ad accogliere i visitatori Oltre la prima installazione site-specific di Antonello Diodato Guardigli: un’opera dall’enorme impatto visivo che travolge lo spettatore, che irrompe come un pugno nello stomaco nell’indifferenza di chi passa. Un grosso accumulo di macerie, non solo sono un rimando diretto agli scenari di distruzione e guerra di questi ultimi tempi, ma anche alle conseguenze catastrofiche degli eventi ambientali estremi a cui assistiamo sempre più spesso.
Macerie anche negli scatti di Gabriele Gentile, in arte Vetroviola. Catrame che diventa elemento materico nei paesaggi lunari delle opere di Luana Baldi.
A simboleggiare la caducità della vita anche due meravigliose e gigantesche foglie secche – opere in ferro e smalto di Dimitri Milesi – appaiono come due grandi panche su cui mai ci si oserebbe sedere per paura che si accartoccino a terra.
Esposte anche due opere di Roberto Carlocchia, dipinti surreali dai colori vivaci e ben marcati – “L’albero del tempo” e “L’arco del tempo” – un richiamo esplicito al tempo che passa, che si ispirano forse un po’ troppo alle opere di Salvator Dalì.
Surreale, ma invece del tutto originale e di forte impatto è “Fermati” di Elisa Ferrari, quadro che ritrae ombre di uomini e donne che si muovono indaffarati in un anonimo grigiore cittadino: ombre che sembrano ignorarsi, ognuno per la sua strada. Al centro però si ferma un uomo elegantemente vestito, la ventiquattro ore a terra, non ha la testa ma all’altezza del suo ventre prende vita forse il bambino interiore che ognuno ha dentro di sé. Colorato e curioso. È lui che sembra muovere l’adulto.
Di particolare interesse sono invece le opere di una giovanissima e talentuosa artista, Sara Felix, in arte Selanne, che espone in “Memento Mori” due opere. “Immersione”, un dipinto ad olio che vede diverse teste calve, dai lineamenti molto simili, meditare ad occhi chiusi immersi in un mare d’acqua fino al collo. Difficile dire se siano uomini o donne, se siano tristi o sereni, ma le nubi scure e minacciose all’orizzonte lasciano un senso di inquietudine che viene bilanciato da un cielo sereno che sembra farsi strada, come un velo di speranza.
La giovane artista, di appena diciotto anni, mi spiega che la sua opera è nata dall’idea di rappresentare l’indifferenza degli uomini difronte alle conseguenze del cambiamento climatico: uomini e donne che preferiscono chiudere gli occhi di fronte a quanto gli capita intorno e li travolge.
La seconda opera di Selanne ritrae la sofferenza dell’uomo come una sagoma umana quasi una scultura dai lineamenti neoclassici, che nuda e scabra, cerca di riemergere in un terreno arido in cui sembra essere incastrato. Quasi la spinta ultima di un uomo che non vuole soccombere alla sofferenza, alla morte. L’uomo, di spalle, sembra sorreggersi solo ad un ramo secco, mentre di fronte a lui, un orizzonte bucolico rigoglioso (forse un futuro migliore, paradisiaco) sembra dargli forza, speranza.
“Memento Mori” è il quinto appuntamento di una proposta del circuito SEVEN |INTERNATIONAL CONTEMPORARY ART, di sette eventi che accompagneranno il pubblico fino a dicembre 2023: sette mostre in sette mesi, sette tematiche per interpretare la società contemporanea attraverso l’arte.
In esposizione, insieme alle opere degli artisti citati anche opere di Sergio Battarola Ivan Bjørn, Andrea Cherico, Federica Ferzoco, Ferrario Freres, Shiva Foresti, Lavinia Longhetto, Camilla Marinoni, Ivan Picenni, Maurizio Radici, Torge Steffens e Marta Testa.
“Memento Mori” sarà aperta fino al 26 ottobre, se siete in zona non mancate di passare a dargli uno sguardo, ne vale davvero la pena!
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