Priscilla Muscat è una convincente Anita
Raccontare di omosessualità femminile con delicatezza
Al Centro Culturale Artemia in scena la rassegna Teatrale a tematica LGBTQ+ con spettacoli a tema omosessuale. Tra l’11 e il 13 novembre è andato in scena Anita al buio, di Priscilla Muscat e Matteo Scarfò, per la regia di Lucy Bellotti con l’interpretazione di Priscilla Muscat.
Un monologo che racconta la storia di Anita, giovane donna alla ricerca e quindi scoperta di se all’interno della vita. Cresciuta e vissuta con gli stereotipi di genere e vissuta per molto tempo con la ferma determinazione a non mancare di rispetto a questi, Anita si riscopre “diversa”, che poi diversa da chi, non è che lo comprenda. Sa solo che sua madre, in un primo momento durante il quale ha scoperto la sua attrazione per le donne, l’ha mandata da uno psicologo, per cercare di guarirla da questa strana attrazione.
Ma Anita che vive una vita frenetica, e nonostante un fidanzato, sente forte l’attrazione per Antonia, una ragazza conosciuta in comitiva, che l’ha attratta dal primo momento e che non vuole lasciare. Con lei si sente un’altra, in particolare non sente di vivere su un palcoscenico, dove è costretta ad impersonare una persona che non è.
Lo spettacolo, che dura più di un’ora, premia l’interpretazione di Priscilla Muscat, decisa, frenetica, rilassata, consapevole del proprio personaggio che anima con convinzione. Una giovane che si barcamena tra una vita non sua e i suoi desideri. Sono tanti i momenti che colpiscono, come quello nel quale l’attrice nuota, o il suo frenetico cambio di abiti, passando per la doppia interpretazione dell’Anita sola e libera con quella in famiglia, incastrata nelle convenzioni.
Il taglio che è stato dato allo spettacolo ha un tratto molto cinematografico, infatti era nato come lavoro per il cinema. In questa versione teatrale segue, quella che potrebbe essere una sperimentazione, anche se oggi non si può parlare più di sperimentazione, che in questi anni sta prendendo sempre più piede. Non è il teatro che va al cinema, ma è il cinema che entra nel teatro in svariati modi. Sul palco, per esempio, c’è una videocamera, collegata ad un televisore e alcune scene vengono proiettate direttamente sul quest’ultimo, mentre la webcam registra l’interpretazione dell’attrice.
Una prima assoluta che vede il debutto alla regia di Lucy Bellotti, alla quale diciamo che lo spettacolo ha bisogno di alcuni piccoli cambiamenti, che avverranno sicuramente in fase di rodaggio, come la riduzione di alcuni cambi dell’attrice limitandone i tempi di uscita, un miglioramento sugli oggetti di scena, ma che il suo è un debutto che fa sperare in buone produzioni.
Per il resto la bella interpretazione di Priscilla Muscat, permette la realizzazione di uno spettacolo che presenta un buon testo e racconta con delicatezza, senza entrare nel volgare, la storia di Anita, una giovane omosessuale. Qui si frantuma anche lo stereotipo che la donna, per essere gay, deve avere atteggiamenti rudi, duri, deve voler per forza, diventare come un uomo, mascolina. Già questo rappresenta un’attrattiva importante dello spettacolo. Uno spettacolo che va visto.
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