Vivienne Westwood l’iconica stilista anticonformista compie 80 anni

Punk, new romantic, tartan, il miscuglio perfetto di Vivienne Westwood

La stilista Vivienne Westwood, giovedì 8 aprile ha compiuto 80 anni. A lei si devono le trasformazioni nella moda in stile punk, attraverso una visione del tutto indipendente: non solo nel look ma anche e soprattutto del modo di essere e di esprimersi.

Uno dei motti che la donna ha utilizzato più frequentemente è «Buy less, choose well, make it last» ossia «Compra meno, scegli bene, fallo durare». Vivienne Westwood  classe 1941 è nata in un villaggio del Derbyshire. È cresciuta osservando la madre cucire i vestiti tra cui i suoi e quelli dei suoi fratelli. Per questi ultimi riusciva a utilizzare ogni scampolo di stoffa. La Westwood inizia a disegnare abiti nel 1971 con il compagno Malcom McLaren, riuscendo a venderli nella storica boutique londinese al numero 430 di Kings Road. Negli anni successivi la boutique cambierà nome ma la sua evoluzione resterà legata a all’evoluzione creativa del duo. Il loro lavoro ha un posto chiave nella definizione dell’estetica punk inglese e sono pochissimi i creativi che possono vantare d’aver cambiato il costume per sempre: Coco Chanel, Yves Saint Laurent, Giorgio Armani e lei.

Nel suo lavoro riesce a primeggiare tanto da mettersi in affari con un nuovo socio, l’italiano Carlo D’Amario spostando la produzione della collezione in Italia. Con questa collaborazione il brand cresce tanto da essere ricevuta alla corte di Elisabetta II a Buckingham Palace per ricevere dalle mani della regina l’OBE (Order of the British Empire). Scandalosa e libera quanto basta, come ricordano i più. Non è un caso che la donna si presenta alla premiazione regale senza biancheria intima, come testimoniano le foto di lei che gira vorticosamente su sé stessa, con una gonna a ruota, davanti ai fotografi dopo la cerimonia.

Nel 1992 la designer si sposa con uno di suoi allievi alla Scuola di Moda di Vienna, Andreas Kronthaler, 25 anni più giovane, che da quel momento diventa il suo fidato braccio destro fino a ereditare, nel 2016, la direzione creativa della griffe.

Il Victoria and Albert Museum le dedica la più grande mostra allestita per una stilista vivente e da Londra, la Westwood porta la sua moda a Parigi: crinoline e zeppe vertiginose dette «platform». Chi può dimenticare la rovinosa ed epica caduta a gambe all’aria di Naomi Campbell.

Da qualche tempo la stilista si occupa di una nuova missione. Una Rivoluzione Green per combattere «la guerra per la sopravvivenza della razza umana e del pianeta» intensificando le campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica su temi come il consumismo estremo, per l’ambiente, contro gli effetti del cambiamento climatico abbracciando una serie di sfide del terzo millennio, condotte non solo a parole o a colpi di provocazioni, ma anche nelle scelte concrete del suo lavoro, realizzando con materiali e modalità di produzione eco-sostenibili.

Vivienne Westwood resta l’ultima dei creativi realmente indipendenti, con una vita vissuta in pieno, mantenendo la propria personalità, oltre che stile. Di lei ci restano le sue battaglie, i suoi modi di essere e apparire. Non esiste un limite che lei non abbia mai superato, cancellandolo e spostandolo oltre, dimostrando di essere una vera visionaria.

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Edgar

Paolo Grassi diceva “Il teatro per la sua intrinseca sostanza è fra le arti la più idonea a parlare direttamente al cuore”. Se volete vedere delle belle immagini vi consiglio i musei. In scena abbiamo bisogno di attori che sappiano emozionare.

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